Gianni Rezza è l’ex direttore della prevenzione del ministero della Salute. Oggi è professore straordinario di igiene all’università San Raffaele di Milano. Non vede pericoli nelle polmoniti in Cina. Ma lancia l’allarme per Natale. Quando si sommeranno il picco di Covid-19 e quello dell’influenza. A causa dei problemi di logistica nelle vaccinazioni. Mentre il registro di sorveglianza sottostima i contagi. Perché si basa su test che ormai non fa quasi più nessuno. Per questo consiglia ai pazienti fragili l’uso della mascherina. E chiede uno sforzo ai medici di famiglia per tenere aperti più a lungo gli studi. Mentre le ex guardie mediche dovrebbero fare più visite a domicilio. Anche se sono sotto organico: «In questo momento serve uno sforzo collettivo».
Le polmoniti dalla Cina
Rezza parla oggi in un’intervista a La Stampa. Premette che sulla Cina, visti i precedenti, ci vogliono dati più dettagliati. Ma in base alle informazioni di oggi «l’allarme non c’è perché parliamo di un batterio, il Mycoplasma pneumoniae, che è sempre circolato anche da noi e che genera quelle che noi chiamiamo “walking pneumonia”, la polmonite che passeggia, perché raramente porta al ricovero. E poi se ci fosse un batterio o un virus nuovo si ammalerebbero tutti, invece vediamo che le polmoniti si stanno diffondendo soprattutto tra i bambini». Anche secondo lui il punto è il lockdown, la cui interruzione ha portato a una maggiore circolazione del batterio. Mentre i più piccoli sono cresciuti senza incontrarlo, diventando così più suscettibili a contrarre le infezioni, dice nel colloquio con Paolo Russo.
Il virus sinciziale e il mycoplasma pneumoniae
Sui dati della Francia (e dell’Olanda) Rezza dice che un aumento delle polmoniti, così come di bronchioliti da virus sinciziale tra i più piccoli, è possibile che si verifichi anche da noi. Anche se credo in misura minore, perché in Italia le misure di isolamento sono finite prima ed erano comunque meno rigide». In ogni caso la polmonite batterica si cura «con normali antibiotici della famiglia delle tetracicline, come la doxicilina, o del gruppo dei macrolidi, come la claritromicina, l’eritromicina o l’azitromicina». Su mycoplasma pneumoniae che sarebbe resistente agli antibiotici Rezza dice che «può essere che abbia sviluppato qualche forma di resistenza verso l’azitromicina, della quale i No-Vax hanno fatto uso improprio durante la pandemia, ma esistono comunque molte alternative terapeutiche».
Il Covid «gira parecchio»
Covid-19 invece «gira parecchio. Lo dicono i dati ufficiali, anche se ampiamente sottostimati, e lo si percepisce solo guardandosi intorno. Sapevamo che con il primo vero freddo avrebbe rialzato la testa, come fanno tutti i virus respiratori. L’importante è che non faccia troppi danni. Omicron ha una virulenza minore rispetto a Delta, però tra persone debilitate, anziani soprattutto se più in là con gli anni e immunodepressi può fare ancora danni seri quando si è persa la protezione del vaccino. Per ora registriamo un lento aumento delle ospedalizzazioni, ma la situazione potrebbe peggiorare se i contagi continueranno ad aumentare e le vaccinazioni non decolleranno».
Il monitoraggio e l’influenza
Secondo Rezza uno dei problemi è il monitoraggio settimanale: «Il registro di sorveglianza dei dati sottostima i contagi perché si basa sui test che non fa quasi più nessuno. Bisognerebbe passare anche per il Covid, come si fa per gli altri virus, al sistema di rilevazione dei medici sentinella». Mentre di influenza non ne gira molta come sembra «perché tosse e mal di gola che osserviamo in giro questi giorni sono provocati soprattutto da rinovirus e altri virus parainfluenzali. L’ondata di influenza arriverà più tardi, probabilmente dopo Natale. Il problema è che potrebbe sommarsi al picco del Covid, con il rischio di ingolfare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri».
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2023-11-29 05:39:45 ,