Gli effetti su Meloni del voto polacco. Il (possibile) sostegno a Ursula- Corriere.it

«Co za balagan». Tradotto alla lettera sarebbe che fracasso, oppure che euforia. Al Bar Studio accanto all’omonimo teatro, sotto il palazzo della Cultura e della Scienza, sono ormai due giorni che fanno festa. Domenica sera, c’erano un migliaio di giovani varsaviani che seguivano la notte elettorale in religioso silenzio. La paura era tale che quando sono usciti i primi exit poll, che si sarebbero rivelati esatti, nessuna aveva fiatato. Ma adesso, che i risultati definitivi e la ripartizione dei seggi sono persino migliori di quella prima favorevolissima proiezione, i freni inibitori sembrano saltati. La capitale rimane una grossa enclave democratica nella Polonia orientale che ha salvato da una sconfitta ancora più cocente Diritto e giustizia (Pis), il partito che da otto anni governava un Paese al quale aveva imposto una svolta populista ed euroscettica. A Varsavia, la Piattaforma civica di Donald Tusk ha invece sfiorato il sessanta %.

«C’è nell’aria un senso di liberazione collettiva. Saremo all’altezza del compito. Ripuliremo la Polonia dalle scorie di un sistema sempre più illiberale. Torneremo a essere un Paese con una magistratura indipendente e i media liberi, anche se sappiamo che non sarà una cosa immediata. Quello che è riuscito a fare il Pis sarà…