Governo, Cdm per viceministri e sottosegretari. C’è anche il nodo giustizia

Governo, Cdm per viceministri e sottosegretari. C’è anche il nodo giustizia

Governo, Cdm per viceministri e sottosegretari. C’è anche il nodo giustizia



Politica

Oggi in Consiglio dei ministri si completerà la squadra del governo Meloni, con i sottosegretari e i viceministri. Tra le prime misure le nuove regole per il Covid, il rinvio della riforma Cartabia e il mantenimento dell’ergastolo ostativo. Tra le priorità l’emergenza bollette: bisogna correre e dare «risposte immediate, i costi sono diventati insostenibili. Stiamo lavorando per rafforzare le misure nazionali», spiega Meloni. L’esecutivo intanto è impegnato sull’aggiornamento della Nadef e potrebbe sottoporre ai ministri il documento di programmazione con le nuove stime nel prossimo Cdm, forse il 4 novembre

Bollette, Meloni: “Costi insostenibili: rafforzeremo misure”
  • Valditara, scuola di oggi classista, serve alleanza per merito

    Un’«alleanza per il merito» e il rafforzamento della filiera tecnica e professionale: saranno queste le priorità del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, come spiega lui stesso in un’intervista al Corriere della Sera. «La scuola oggi è una scuola classista», afferma il ministro: «La dispersione è al 12,7 %, se aggiungiamo quella implicita (cioè di chi ha il diploma ma non le competenze minime), sale ad un inquietante 20 %. Tutto questo dentro un divario di apprendimento tra i territori». Secondo Valditara occorre «una più incisiva personalizzazione dei piani di studio, anche con una articolazione della funzione docente, che consenta di coltivare le potenzialità di tutti, sostenendo chi è in difficoltà e alimentando le capacità dei più bravi. Bisogna garantire un orientamento che fornisca alle famiglie e agli studenti le informazioni per effettuare scelte consapevoli dalla scuola media. È inoltre fondamentale – aggiunge – potenziare l’istruzione tecnico-professionale che va costruita in filiera con l’istruzione tecnica superiore», «deve avere pari dignità dell’istruzione liceale». A questo proposito, Valditara sottolinea che «come gli Its, le scuole devono poter utilizzare anche le migliori competenze professionali offerte dalle imprese. Vanno ridefiniti i profili professionali sulla base delle reali esigenze del territorio». «È con questo spirito che propongo una grande “alleanza per il merito” alle famiglie, al sistema-scuola, alle parti sociali».

  • In Cdm rinvio riforma Cartabia e mantenimento ergastolo ostativo

    Sette articoli per rinviare al 30 dicembre prossimo l’entrata in vigore della intera riforma Cartabia sulla giustizia penale e soprattutto per mettere in sicurezza l’ergastolo ostativo, disinnescando la mina della pronuncia di incostituzionalità della Consulta attesa per l’8 novembre. Oggi il decreto che porta le firme della premier Giorgia Meloni e del Guardasigilli Carlo Nordio approda al Consiglio dei ministri, primo provvedimento di sostanza del nuovo governo. L’urgenza è duplice: da un lato evitare le “scarcerazioni facili” dei mafiosi, ponendo dei paletti più rigidi rispetto alle indicazioni della Consulta; dall’altro impedire che la riforma Cartabia entri in vigore senza che siano stati risolti le criticità e i problemi organizzativi messi in evidenza dai Procuratori generali di tutte le Corti d’appello in una lettera al governo e dall’Associazione nazionale magistrati, rispettando però la scadenza imposta dal Pnrr, che prevede che la riforma debba essere attuata entro la fine dell’anno. I paletti più stringenti che il governo si appresta a introdurre in materia di ergastolo ostativo sui benefici penitenziari ricalcano quelli della proposta di legge approvata dalla Camera e che è poi rimasta ferma al Senato. Per accedere ai benefici penitenziari i condannati per reati di mafia che non collaborano con la giustizia dovranno aver riparato il danno alle vittime e dimostrare di aver reciso i rapporti con i clan, allegando «elementi specifici».

  • La Russa: voglio unire l’intera nazione su valori condivisi

    «Il mio sforzo è teso a superare divisioni molto spesso strumentali e a fare quanto in mio potere per contribuire a riunire la Nazione attorno a valori comuni e ad una storia condivisa». Così il presidente del Senato Ignazio La Russa, in una breve lettera a La Stampa che segue la sua intervista di ieri allo stesso quotidiano (e alla quale il direttore Massimo Giannini risponde sempre in prima pagina). La Russa torna a criticare la sintesi effettuata nel titolo d’apertura dell’intervista, scrive che «ho detto chiaramente non solo di rispettare la ricorrenza ma anche, quando ho avuto un alto ruolo istituzionale, di averla onorata deponendo, con atto non dovuto, fiori al Monumento dei partigiani nel cimitero di Milano. Additare invece il carattere divisivo di diversi cortei del 25 aprile (ricorda come fu trattato il padre partigiano di Letizia Moratti, l’accoglienza riservata alla Brigata ebraica, i fischi a molti antifascisti non comunisti?) significa che è forte in me il desiderio di una pacifica celebrazione di tutti per la libertà riconquistata nel 1945». E, rivolto al direttore Giannini, rassicura: «Non organizzerò cortei alternativi anche perché, come ho già dimostrato, si può celebrare meglio e bene la ricorrenza».



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