Le atrocità compiute Hamas nell’attacco a sorpresa a Israele sabato 7 ottobre sono cristalline, documentabili e rivendicate ampiamente dal gruppo palestinese. Secondo i volontari di vari servizi di emergenza israeliani, almeno 18 kibbutz al confine con la Striscia di Gaza sono stati attaccati durante il fine settimana. In totale, in base a ciò che si sa al momento, i miliziani di Hamas hanno ucciso più di un migliaio tra civili e militari, prendendo in ostaggio più di 150 persone.
Al momento, tuttavia, l’esercito israeliano ha detto di non poter confermare due storie che sono circolate molto su Twitter, che hanno ottenuto particolare risalto sulla stampa italiana: quella su 40 bambini decapitati dal gruppo radicale nei kibbutz assaliti per ore e i casi di stupro di diverse donne durante gli attacchi.
La storia dei bambini decapitati
La prima storia, nel mezzo di varie testimonianze scioccanti, era partita dal kibbutz di Kfar Azza. Diversi giornalisti, condotti e guidati nell’area dall’esercito israeliano, hanno riferito di aver visto numerosi corpi di civili israeliani e miliziani di Hamas a terra, oltre a case bruciate e veicoli incendiati.
Il generale israeliano Itai Veruv, presente nell’area, ha dichiarato alla stampa: “Abbiamo assistito a bambini, madri e padri che cercavano rifugio nelle proprie stanze da letto e venivano uccisi dai terroristi. Questo non è un campo di battaglia; è una strage“. Nicole Zedeck, giornalista del canale israeliano i24News, in un video diffuso ampiamente sui social media, ha riferito che i soldati israeliani le avevano raccontato di aver visto “bambini con le teste mozzate” e “famiglie intere uccise nei propri letti“. Zedeck ha anche parlato di “40 bambini portati via in barrella“.
Tuttavia, trattandosi di notizie che non provenivano da una testimonianza diretta della giornalista, ma basate su quanto le era stato riferito dall’esercito israeliano, vanno affrontate con i piedi di piombo. In una inchiesta del 2019, il quotidiano israeliano Haaretz ha rilevato come il canale i24News funzioni da megafono per il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu, con direttive che a volte provengono direttamente dall’ufficio del presidente. Nexta, un’emittente bielorussa d’opposizione nota anche per ingigantire notizie non verificate o diffondere notizie false, ha unito l’informazione dei 40 bambini portati via in barrella con quella delle teste mozzate, scrivendo un tweet che parlava di “40 neonati israeliani decapitati“.
Leggi tutto su www.wired.it
di Paolo Mossetti www.wired.it 2023-10-11 13:57:08 ,