Hamas, l’uso dei mixer di criptovalute aiuta il gruppo?

Hamas, l’uso dei mixer di criptovalute aiuta il gruppo?

Hamas, l’uso dei mixer di criptovalute aiuta il gruppo?


La modifica della norma costringerebbe i servizi finanziari statunitensi, così come quelli stranieri che hanno clienti americani – compresi gli exchange di criptovalute – a sottoporsi a ulteriori obblighi di registrazione e rendicontazione per gli asset che hanno avuto contatti con un mixer straniero, e potrebbe persino consentire al Tesoro di impedire alle piattaforme statunitensi di gestire i fondi interessati. “Non abbiamo mai visto nulla di simile prima d’ora“, afferma Ari Redbord, responsabile delle politiche globali di Trm Labs, una società di analisi della blockchain. Redbord fa notare che la modifica delle regole non propone un divieto generalizzato per i servizi di mixing esteri, ma solo nuove regole per chi vuole interagire con queste piattaforme. Il dirigente di Trm Labs aggiunge però che le norme fungerebbero da deterrente, spingendo le persone a non rivolgersi a questi mixer per paura di essere associate al riciclaggio di denaro o ad altri tipi di attività illecite.

Hamas e le criptovalute

Redbord, che in passato è stato consulente del sottosegretario al Tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, osserva anche che la proposta è stata senza dubbio presa in considerazione prima degli ultimi attacchi di Hamas e che probabilmente negli ultimi giorni il Tesoro ne ha modificato l’obiettivo, passando dall’uso delle criptovalute da parte di altre minacce alla sicurezza nazionale americana, come la Corea del Nord e la Russia, a Hamas e ad altri gruppi armati . “Essendo stato al Tesoro per diversi anni, [so che] non si può presentare un’azione del genere nell’arco di 10 giorni – sottolinea Redbord –. Hanno spostato la narrazione su Hamas perché la notizia è questa“.

Per quanto significativo, il ricorso alle criptovalute da parte di Hamas e dei restanti gruppi armati di Gaza impallidisce rispetto ad altri attori illeciti. Negli ultimi due anni, per esempio, Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno raccolto rispettivamente 41 e 91 milioni di dollari in criptovalute, stando a un rapporto pubblicato dal Wall Street Journal che citava analisi di società di tracciamento delle criptovalute e sequestri da parte del governo israeliano.

Non è chiaro, tuttavia, quanti di questi fondi siano effettivamente arrivati ai gruppi prima di essere sequestrati. Hamas ha chiesto ai suoi donatori di smettere di usare le criptovalute nell’aprile del 2023, a causa della natura pubblica delle transazioni su blockchain e del rischio di azioni penali. L’azienda di tracciamento delle criptovalute Chainalysis, che lavora spesso con clienti governativi e forze dell’ordine, ha recentemente pubblicato un post sul suo blog aziendale in cui mette in guardia da analisi errate che sopravvalutano il ruolo delle criptovalute nel finanziamento di entità come Hamas e la Jihad islamica palestinese.



Leggi tutto su www.wired.it
di Andy Greenberg www.wired.it 2023-10-28 04:30:00 ,

Previous Esercito: cambio al comando del battaglione trasmissioni Vul…

Leave Your Comment