di Lorenza Negri
Gangneung, placida cittadina costiera nel pieno di un boom turistico, è la dimora di Gil-seok (Yoo Oh-sung), un gangster governato da solidi principi a cui viene affidato il controllo di un resort redditizio, e di Lee Min-seok (Jang Hyuk), un ex sicario senza onore. Tra i due scoppia una guerra all’ultimo sangue, risolta con un sanguinoso showdown finale notturno a un incrocio cittadino. Tomb of the River si apre col ritrovamento di un uomo dallo sguardo bestiale su una barca, sopravvissuto alla prigionia divorando un cadavere, il chiaro indizio che Tomb of the River è per… stomaci forti. Noir cupissimo e nichilista, delinea il netto confine tra due modelli criminali: quello del mafioso onorevole contro quello dei villain senza un codice. Yoo, visto di recente in The Veil, è una pietra miliare del genere grazie a Chingu (Friend, assieme a Jang Dong-gun), e ha già lavorato con Jang nel period My Country. Con loro nel cast anche Lee Hyun-Kyu (gangster partner di Gil-seok, anche lui in My Country), e Shin Seung-hwan, best friend di Jang che quest’ultimo coinvolge spesso nei propri progetti.
A proposito di Jang Hyuk: è anche in The Killer, l’altro film coreano più atteso del festival, action spietato diretto da Choi Jae-woon (suo il malinconico The Swordsman, sempre con Jang) sviluppato sul canovaccio del criminale solitario che deve salvare un bambino (come nel cult coreano Man From Nowhere con Won Bin a Special Delivery, altro film del Feff con Park So-dam di Parasite).
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www.wired.it
2022-04-18 09:00:00