Il difetto dell’astice blu è il nuovo corto di Simone Marino, prodotto dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia e presentato nell’ambito del Rome Indipendent Film Festival il 19 novembre scorso.
Marino è stato regista nel 2022 di altri cortometraggi quali Il dilemma del porcospino e Il caso è chiuso, andate in pace, ma ha anche lavorato come assistente alla regia di Paolo Sorrentino, per la serie tv The new pope.
Il difetto dell’astice blu ci racconta una fase tormentata nella vita del giovane protagonista, che sperimenta al tempo stesso la prematura comparsa di un’alopecia e la prima delusione d’amore.
Il ragazzo cerca di trovare una soluzione alla sua sparuta chioma prima che il fidanzato ritorni da un viaggio in Canada, ma ha così inizio una delicata commedia che si unisce al dramma interiore. Un’appassionata esperienza di visione, valorizzata dall’interpretazione dell’attore aquilano Alessandro Cantalini che si cimenta in una prova molto intensa e complessa, considerata la brevità della narrazione.
Il difetto dell’astice blu: il corto che esplora la crescita e il cambiamento
Il male necessario
Edo, pur avendo solo 18 anni, sta già sperimentando la perdita dei capelli.
Parallelamente vediamo che anche il suo animale domestico ha un difetto genetico: si tratta di un astice di colore blu. Ma fin qui pensiamo soltanto a una scelta stilistica che esalta il colore sgargiante dell’animale.
La prospettiva del ritorno imminente del suo ragazzo, Federico, dopo un anno trascorso all’estero, rincuora il protagonista ma lo spinge a porre rimedio alla sua alopecia.
Incoraggiato dalla madre e dal sostegno del suo migliore amico, decide di intraprendere una cura farmacologica, ma qualcosa non va come previsto.
Mentre i suoi capelli si irrobustiscono e crescono velocemente, durante il tanto atteso incontro, Edo scopre che i sentimenti di Federico sono scemati.
In un gesto autolesionista, si strappa con violenza i capelli nel bagno del locale e scappa via. Una volta tornato a casa sarà proprio il suo astice blu a fargli capire che il cambiamento è necessario. Come necessario è il male che Federico gli reca e che fa luce sulla sua più intrinseca essenza.
Soltanto ora comprendiamo l’escamotage e il valore simbolico dell’astice blu. Edo trova conforto nel suo animale domestico, che non solo come lui ha un difetto genetico, ma sta anche facendo la muta. Questo episodio è per il ragazzo una vera e propria epifania, come scriveva Joyce, perché è rivelatrice di un concetto più profondo: la crescita individuale.
L’adolescenza, si sa, è un periodo molto complesso nella vita di tutti noi, pieno di nuove scoperte, paure, errori e metamorfosi. Ed è proprio quello che accade al protagonista di questo corto, il suo non accettarsi lo spinge a modificare un tratto di sé, ma una volta “risolto” il problema capisce che non è quello che conta. Non è un fattore determinante per la sua felicità, che invece risiede nella personale accettazione dei propri limiti e delle proprie fragilità.
Il difetto dell’astice blu: il corto che esplora la crescita e il cambiamento
Corto di formazione
La delusione d’amore pone Edo di fronte a una crescita forzata, perché si diventa maturi soprattutto attraverso i fallimenti che permettono di scavarci intimamente e di maneggiare al meglio le nostre emozioni.
Se la trama si delinea sui tratti del film di formazione, la scelta delle immagini è invece intenzionalmente pungente, quasi cruda. I primi piani, sebbene non fondamentali per lo sviluppo della trama, vengono utilizzate come elemento stilistico, così come i rapidi cambi di angolazione, grazie a un montaggio incalzante.
Ne Il difetto dell’astice blu la storia d’amore diventa un pretesto per esprimere il tema del cambiamento. Proprio questa urgenza incombe, a tal punto, nel racconto da arrivare a un’antitesi di energie: il miglioramento estetico del protagonista si scontra con il disinnamoramento del suo ragazzo.
Nell’ultima scena uniamo le fila di un discorso più ampio, di una metafora globale dove tutto è perfettamente ponderato. E rimaniamo soggiogati dalla mutazione dell’animale, che è la stessa che sta attraversando il giovane protagonista nella sua fase di crescita personale.
È, quindi, sul finale che il lavoro del regista raggiunge il suo apice simbolico.
Alessandro Cantalini, Alessio Farinella e Nicolò Folin sono i tre giovani talenti dell’opera, mentre Rosanna Gentili e Patty Olgiati sono le due donne adulte (la madre e la dottoressa).
Nel solo sguardo di Farinella troviamo la potenza della sua espressività, ma è Cantalini a tenere le redini del corto.
Alessandro Cantalini è calzante quando interpreta i panni del giovane tormentato, non a caso lo abbiamo già visto nel ruolo di Picchiatello in La scuola cattolica di Stefano Mordini, il film che racconta il massacro del Circeo ponendo il focus sulla mascolinità tossica.
Ottimo prodotto che troveremo presto su Mubi!
Il difetto dell’astice blu: il corto che esplora la crescita e il cambiamento
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di Veronica Cirigliano
www.2duerighe.com
2023-12-06 09:20:00 ,