Un altro record è stato sconfitto. Ma in negativo. All’inizio di quest’anno, infatti, il ghiaccio marino dell’Antartide aveva raggiunto il livello estivo più basso da quando sono iniziate le registrazioni satellitari 45 anni fa. E nei mesi successivi le cose sono andate di male in peggio: a giugno, durante quella che normalmente viene considerata una “fase di crescita invernale”, il ghiaccio marino intorno all’Antartide era ancora in ripresa. A lanciare l’allarme è stato un team di ricerca coordinato dalla statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) che mostra come la copertura di ghiacci in Antartide a luglio sia ben al di sotto di dove dovrebbe essere.
Un nuovo record
Rispetto all’estensione del ghiaccio marino invernale prima del 2010, secondo le analisi, all’oceano mancano ora circa 2,6 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio. Per fare un paragone si tratta di un’area estesa quasi quattro volte la dimensione del Texas. Il nuovo estremo, quindi, batte i precedenti minimi storici raggiunti nel 2016, 2017 e 2022. “Dire senza precedenti non è abbastanza forte”, ha commentato all’ ABC News Australia l’oceanografo Edward Doddridge. “Per quelli interessati alle statistiche, questo è un evento 5 sigma. Quindi sono cinque deviazioni standard oltre la media. Il che significa che se non fosse cambiato nulla, ci aspetteremmo di vedere un inverno come questo circa una volta ogni 7,5 milioni di anni”. Molto probabilmente, secondo gli esperti, i colpevoli sono i cambiamenti climatici, anche se rimane ancora da chiarire in che modo stiano esattamente causando uno scioglimento così estremo del ghiaccio marino.
Lo scioglimento di ghiacci antartici
Ricordiamo, infatti, che ormai da anni il ghiaccio dell’Antartide si sta sciogliendo in un modo che i modelli climatici non hanno previsto, segnale di una incomprensione di come interagiscono effettivamente l’oceano, il ghiaccio e l’atmosfera dell’emisfero australe. Poiché la temperatura globale dell’atmosfera si è riscaldata a causa delle emissioni dei combustibili fossili, i dati che abbiamo suggeriscono che la superficie dell’oceano meridionale si è in qualche modo raffreddata, mentre le parti più profonde si sono riscaldate. L’acqua di superficie più fredda potrebbe sembrare una condizione promettente per il ghiaccio marino galleggiante, ma dopo anni di costante aumento della copertura, questo ghiaccio ha avuto un crollo improvviso nel 2016.
Il perché non è ancora affatto chiaro. Secondo alcuni studi potrebbe essere i venti, sempre più caldi nella regione, a guidare questo vertiginoso scioglimento. Almeno in parte, data l’entità del ghiaccio marino mancante. Secondo il climatologo dell’Università di Princeton Zachary Labe, la mancanza di ghiaccio ha contribuito ad aumentare la temperatura dell’aria superficiale, che a sua volta ha riscaldato le acque superficiali prevenendo così ulteriormente la formazione di ghiaccio.
Senza ulteriori ricerche, tuttavia, non saremo in grado di prevedere cosa ne sarà del ghiaccio marino dell’oceano antartico, che influenza l’intera circolazione oceanica del nostro pianeta, nei prossimi anni a venire. “Può darsi che il prossimo inverno ritorni”, ha concluso Doddridge. “Possiamo sperarlo. Ma non so se sarà così”.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-07-26 16:03:31 ,