Il Mondo Dietro di Te è l’apocalisse come non l’avete mai vista

Il Mondo Dietro di Te è l’apocalisse come non l’avete mai vista

Il Mondo Dietro di Te è l’apocalisse come non l’avete mai vista


Il Mondo Dietro di Te piacerà a chi ama i profeti della fine del mondo, di un’era, tutto quel cinema capace di essere un filo conduttore tra un’analisi schietta e spietata di un preciso momento storico, e la teorizzazione di una possibile apocalisse vissuta dall’interno. Tratto dal romanzo “Leave the World Behind” di Rumaan Alam, disponibile su Netflix, il film di Sam Esmail non è un prodigio di originalità, ma ha un ritmo, una forma e un cast di ottimo livello, e più di qualche asso nella manica che vale la visione.

Un film che omaggia e riprende tanti capisaldi distopici

Il Mondo Dietro di Te parte con passo felpato, accarezzando il racconto familiare classico, con un tocco di leggera ironia che è la prima di interessanti trappole che Esmail tende allo spettatore. Protagonisti sono i due coniugi: Amanda (Julia Roberts) e il marito Clay (Ethan Hawke), che decidono di prendersi una meritata vacanza in una località balneare, affittando una lussuosa residenza e portandosi dietro i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). Tempo bellissimo, relax, casa perfetta con tanto di piscina, quiete. La villeggiatura viene però interrotta la sera dall’arrivo di G.H. (Mahershala Ali) e della figlia Ruth (Myha’la). G.H. dichiara di essere il proprietario della casa che hanno affittato, di essere rimasto bloccato in zona a causa di un misterioso cyberattacco e chiede loro di poter passare la notte da loro. Tra i due nuclei familiari comincia un clima di sospetto, che viene alimentato dall’impossibilità crescente di accedere ad informazioni o aggiornamenti su ciò che sta accadendo al di fuori di quella località, visto che in breve ogni comunicazione risulta impossibile a causa del cyberattacco. Ma davvero sta avvenendo? E da parte di chi? Quando finirà? Tra paura, eventi inspiegabili, isolamento e paranoia, per quelle sei persone comincerà un viaggio dentro l’ignoto che li costringerà a fare i conti con la propria vita e una civiltà digitale ormai al collasso.

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999, 2001, 2022…Tante di quelle date ormai sono state ormai sorpassate: sembravano così lontane e profetiche, ma poi sono rimaste indietro, dimenticate in fretta. Ma quante volte ciò che veniva predetto ha trovato un riscontro nella realtà?

Fin dai primi minuti Il Mondo Dietro di Te rivendica un’atmosfera e una costruzione a metà tra il familiare e lo sperimentale, visto che anche gli spettatori meno avvezzi, coglieranno una miriade di rimandi a tanti classici del genere distopico e del thriller sci-fi. La trama è in tutto e per tutto quasi una rivisitazione dei cavalli di battaglia di un regista come M. Night Shyamalan, titoli come Signs, E Venne il Giorno, il recente Bussano Alla Porta, The Village. Ma per forza di cose emerge anche un chiaro legame con di Alfred Hitchcock, tramite connessioni visive, geometriche, un nemico invisibile eppure ossessionante, la paranoia creata ad arte dell’elemento sonoro, la natura che si ribella, l’ignoto che si agita di fronte al nostro sguardo. Vi sono però anche molti riferimenti al cinema di John Carpenter, di David Cronenberg e Howard Hawks; insomma Il Mondo Dietro di Te è un film derivativo, non mostra nulla in fin dei conti di particolarmente nuovo, prende in prestito da film come Bushwick o da un blockbuster come Die Hard – Vivere o morire. Tuttavia la messa in scena creata da Esmail è così efficace, così ben strutturata e recitata, che non si riesce ad evitare di rimanere profondamente coinvolti dalla trama e dai personaggi. Questi ultimi risultano stilizzati certo, ma proprio per questo credibili, in grado di attirare la nostra attenzione emotiva in modo unico. Il fu creatore di Mr. Robot ci dona un iter indecifrabile, con freddo sguardo contempla una dichiarata critica politica e sociale all’America, alle sue responsabilità verso il resto del mondo.

Tra crisi morale e incapacità di andare oltre la tecnologia

Il Mondo Dietro di Te è un monito anti tecnocratico, tema del resto iconico in Esmail, che ci ricorda quanto la nostra esistenza ormai, sia sostanzialmente dipendente da quella tecnologia senza la quale siamo persi, indifesi. Ha una struttura narrativa labirintica, ogni volta che pare essere vicino ad una spiegazione definitiva, la rende parte di un quesito più grande. Lungi dall’essere banalmente complottista tout court, dipinge un quadro a tinte fosche e pessimiste, dove più che la teoria dei grandi burattini o dei poteri forti, crede nell’opportunità dettata dalla disponibilità economica come chiave di volte del moderno classismo. Il che lo rende anche una metafora cinematografica della crisi globale, quella finanziaria così come quella generata da Covid-19, che ha accresciuto diseguaglianze ed ingiustizia sociale. Il filo conduttore è, per l’appunto, l’informazione, che Il Mondo Dietro di Te ci ricorda essere profondamente diversa dalle mera comunicazione visto che quest’ultima può essere vuota o falsa. Ah già le fake news. Pure quelle ormai sono parte di un arsenale che ha reso la nostra vita un enorme campo minato, dentro cui ci sentiamo persi come ognuno dei personaggi qui presenti. Quella casa diventa una gabbia da cui è impossibile uscire, monumento ad una quotidianità incredibilmente più fragile ed effimera di quanto noi stessi vogliamo ammettere, ed è il momento in cui Esmail autocita se stesso, la propria visione di non società basata sul privilegio e la diseguaglianza.

Gli Uccelli

Il 28 marzo 1963 usciva per la prima volta in sala il capolavoro del grande regista, un film che ha rivoluzionato la rappresentazione della paura collettiva

Attraversato da una certa ironia, con una Julia Roberts perfetta nei panni della nevrotica insopportabile e Ethan Hawke istantanea del maschio in crisi del giorno d’oggi, Il Mondo Dietro di Te si protende verso l’essenza di microcosmo della società americana, per quanto in modo non abbastanza approfondito. Da questo punto di vista risulta essere davvero importante il personaggio di Mahershala Ali, con cui ritorna l’incubo dell’11 settembre, l’impossibilità di un reale controllo, assieme ad un egoismo sotterraneo che la stessa figlia riporta a galla ogni volta che può. Il futuro? Il futuro è alle spalle, è in Friends che la giovanissima Rose adora e cerca di vedere in tutti i modi, anche in mezzo all’Apocalisse, ricordo di quegli anni ‘90 in cui “ci annoiavamo a morte” ricorda Amanda, ma la vita era più semplice. Ma proprio in Rose e nel fratello vi è la mancanza di empatia e la totale autoreferenzialità della Generazione Z, incapace di uscire da uno schermo, di riportare le relazioni umane e il concetto di comunità al centro della propria vita. Di chi è la colpa? Ma di chi è venuto prima ovviamente, di chi gli ha insegnato che tutto sarebbe stato più facile con un iPhone in mano, tranne per l’appunto vivere nel mondo reale, quello dove cervi e uccelli ci guardano con fare accusatore, per aver distrutto il Pianeta in cui viviamo. Sì, c’è anche un po’ di crisi climatica in questo film, non abbastanza originale, ma abbastanza efficace per turbare la vostra visione dell’oggi.



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di Giulio Zoppello www.wired.it 2023-12-08 05:40:00 ,

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