Matteo Salvini continua la sua crociata contro Ilaria Salis, accusata di aver aggredito due militanti neonazisti: “è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista – ha ricordato il vicepremier –. In caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l’opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla”. Dichiarazioni a cui il padre dell’attivista, Roberto Salis, aveva inizialmente risposto in modo secco: “Non ho tempo per queste cose. Io auguro alla figlia (di Salvini, ndr) di avere un decimo dei valori etici di mia figlia”.
Adesso le cose cambiano. “Ci faremo dare opportuna procura da Ilaria perché, a seguito delle dichiarazione lesive della sua reputazione per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza, abbiamo deciso di querelare Matteo Salvini per diffamazione”, ha annunciato il padre della 39enne. Il riferimento è agli eventi del 2017, quando alcuni membri di un centro sociale avevano assalito un gazebo della Lega. Fatti per cui Salis era stata assolta da ogni accusa, ma che il partito aveva ugualmente ripescato. “E’ assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra – aveva detto Salvini –. E’ normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa e adesso scopro anche in Italia a picchiare e sputare alla gente?”.
Salis non sarebbe, però, una maestra in una scuola primaria e neanche un’insegnante precaria. “Il ministro può dormire sonni tranquilli: la militante antifascista di Monza, infatti, si è laureata in Lettere e ha solo svolto saltuariamente qualche supplenza alle medie”, ha precisato Tuttoscuola.
L’attivista era stata assolta anche per un’altra manifestazione del 2009 alla dogana di Ponte Chiasso, indetta in contemporanea alla riunione del G8 a L’Aquila.
Querela anche per Sallusti e Brindisi
Ma Salvini non sarà il solo ad essere raggiunto da una querela. “In seguito all’ignobile attacco e all’imboscata della trasmissione Diario del giorno, la famiglia ha deciso di querelare anche Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti per diffamazione”, fa sapere la famiglia.
Nel corso della trasmissione, Alessandro Sallusti, direttore de il Giornale, aveva parlato delle manifestazioni a Budapest dicendo che “il gruppo con il quale la ragazza era lì non è un gruppo di boyscout, ma era stato più volte accusato di azioni terroristiche”. Il padre, che partecipava alla diretta, aveva subito ribattuto alterato: “Se lui continua a parlare, io me ne vado”, aggiungendo “qui si sta cercando di fare una shitstorm, che è una cosa vergognosa, da esseri ignobili”. Prima di abbandonare la trasmissione aveva poi minacciato querela: “Chi fa queste cose dovrebbe essere radiato dall’albo dei giornalisti”. Per procedere per vie legali, occorre però una procura da parte della 39enne, alla quale spetta l’ultima parola.
“Dopo la vergognosa imboscata subita ieri dal padre di Ilaria Salis durante la trasmissione Diario del Giorno su Rete4 ad opera di Brindisi e Sallusti, la famiglia comunica che sospende qualsiasi comunicazione con la stampa in attesa di stabilire se procedere con alcune testate selezionate o se terminare del tutto le comunicazioni mediatiche” si legge in un post su Facebook. “Tutti gli atteggiamenti diffamatori saranno denunciati al più presto!” si aggiunge.
La replica del direttore del Tg4
Alle accuse e all’annuncio di querela da parte di Roberto Salis, il direttore del Tg4 Andrea Pucci risponde: “Come i telespettatori hanno potuto constatare, nessun attacco e tantomeno un’imboscata è stata tesa al padre della detenuta in Ungheria, che a “Diario del Giorno” ha potuto liberamente esprimere le proprie opinioni e perorare la causa di sua figlia in una lunga intervista. Invitiamo Roberto Salis, la sua famiglia e il suo legale a rivedere la puntata di “Diario del Giorno” sulla piattaforma Mediaset, dove si potrà verificare l’assoluta correttezza del programma e del suo conduttore”.
I legali sui domiciliari: “Il governo italiano fornisca rassicurazioni”
Un’ulteriore richiesta per ottenere i domiciliari in Italia, al momento, “sarebbe inutile” sostengono i legali della giovane. Per farlo servirebbe “un elemento di novità” che “può arrivare dal governo”, a cui viene adesso rivolto un appello: “forniscano rassicurazioni che la misura cautelare si può fare in Italia evitando il pericolo di fuga con il braccialetto elettronico”, ha detto l’avvocato Eugenio Losco.
Le istanze presentate finora erano state, infatti, rigettate “per pericolo di fuga”. “Ilaria vuole fare il processo in Ungheria ma vuole scontare la misura cautelare in Italia” Proseguono i legali.
Losco ha poi confermato che i domiciliari in Ungheria non sono mai stati chiesti, dato che la decisione quadro 2009/829 del Consiglio dell’Unione europea prevede che i cittadini europei possano avere misure alternative al carcere nel loro paese di residenza: “Il ministro Tajani – che aveva definito inattuabile il ricorso ai domiciliari in Italia – dà un’interpretazione restrittiva della decisione quadro”, aggiunge Losco.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha definito “legittimo il desiderio del padre che sia detenuta in condizioni umane e non esibita in catene e che sia legittima la speranza che, da innocente o da colpevole, possa essere di nuovo in Italia”. L’imputazione, ha aggiunto a margine di un convegno in Senato, “mi sembra eccessiva: tentato omicidio vuol dire che la persona che hanno colpito ripetutamente potesse morire”.
Il portavoce di Orban: “Dichiarazioni false sul carcere”
Dopo aver incontrato la figlia nel carcere di massima sicurezza di Budapest in cui è rinchiusa da 11 mesi, Roberto Salis era tornato in Italia ieri sera, atterrando all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio con un volo Ryanair. Nel corso dell’ultima udienza “Ilaria era abbastanza in difficoltà, emotivamente molto trascinata. Le girava un po’ la testa”, ha raccontato. “Ieri invece l’ho vista più tranquilla, più bella, com’è mia figlia”. Anche perché dopo il clamore sollevato “c’è stato un lieve beneficio per me e per le altre detenute”, gli aveva detto Ilaria, tanto che adesso per tutte è diventata “Giovanna D’Arco”.
Respingendo le accuse sulle condizioni detentive disumane, testimoniate sia dall’attivista antifascista che da una sua ex compagna di cella, il portavoce di Viktor Orban, Zoltan Kovacs, ha però dichiarato che “la credibilità di Ilaria Salis è altamente discutibile, come dimostrato, tra l’altro, dalle false dichiarazioni da lei rilasciate circa la sua istruzione, la sua situazione familiare e le sue relazioni personali, che si sono poi rivelate false”. Per Kovacs il reato di cui è accusata è “grave, sia in Ungheria che a livello internazionale” e le misure adottate “sono previste dalla legge e adeguate”. “Non c’è bisogno di commentare più di tanto – ha replicato Roberto Salis –. Ci sono dei fatti che sono al di là delle parole”.
Si è accodato anche il capo di gabinetto del governo Orban, Gergely Gulyàs, secondo cui “i detenuti ricevono tre pasti al giorno. È una bugia che ci fossero topi nella cella. la struttura di detenzione non ha l’obiettivo di offrire lusso ai detenuti, ma in generale c’è pulizia”.
Dal canto suo, la Farnesina continua ad assicurare che si “monitorerà il rispetto dei suoi diritti”. Ma il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato a “ReStart” su Rai 3, ha ribadito che “il governo non può intervenire sul processo”. L’8 febbraio, fa sapere il portavoce, il ministro terrà un’informativa urgente del governo sulla questione alla Camera e al Senato. E in merito alle dichiarazioni di Salvini, Tajani ha raccomandato: “Non trasformare una vicenda giudiziaria in un caso politico”.
Il cardinale Czerny: “Rattristato dalle immagini di Ilaria in tribunale”
Da Roma il cardinale Michael Czerny si è detto “colpito” e “rattristato” dalle immagini di Ilaria Salis in tribunale a Budapest. La vicenda “colpisce”, ha detto il prefetto del dicastero per la Promozione dello sviluppo umano integrale interpellato dai giornalisti a margine di una conferenza stampa in Vaticano, “perché riconosciamo in questo caso, con grande concretezza, il dramma dei diritti umani: il problema purtroppo non è sempre drammatico e capace di attirare l’attenzione ma è nascosto, come nel caso della tratta e della schiavitù”.
Quello di Ilaria Salis, invece, “è un caso emblematico, che speriamo sarà risolto positivamente e con giustizia, ma anche un messagio: che i diritti umani non sono dati per scontato, sono un diritto ma anche una grande sfida per il nostro mondo”. Per questo, il porporato si è detto “colpito e reso triste che il nostro mondo possa scendere così in basso”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-02-01 15:41:08 ,www.repubblica.it