Ilaria Salis, sempre più persone si mobilitano per aiutarla

Ilaria Salis, sempre più persone si mobilitano per aiutarla


La voce trafelata all’apparecchio. La figlia, Ilaria Salis, è stata arrestata in Ungheria quasi un anno fa. Sono le nove del mattino quando Roberto Salis risponde. Ha già alle spalle diversi caffè e una lunga lista di chiamate, fatte e ricevute. Giornalisti, politici, amici e sostenitori a vario titolo dei due comitati nati per riportare a casa la figlia, arrestata con l’accusa di aver aggredito un militante neonazista, in piazza a Budapest per commemorare i caduti di SS e Wermacht, poi dimesso dall’ospedale con una prognosi da 5 a 8 giorni. Per questo Ilaria rischia dai 2 ai 24 anni di carcere.

Le due petizioni

Il cellulare di Roberto Salis è diventato crocevia infuocato per i tanti che chiedono di consentire alla trentanovenne di attendere in patria l’esito del procedimento penale avviato in terra magiara. La figlia dell’ingegnere cagliaritano, una lunga militanza antifascista, rischia ventiquattro anni, dopo una detenzione di cui, nei mesi scorsi, è stata lei stessa a rendere noti i dettagli sconvolgenti: spazi angusti, niente vestiti puliti, niente assorbenti, cimici in cella. Nessun interprete.

I primi a muoversi sono stati i compagni di università, che hanno creato un comitato e lanciato una petizione online che, dopo pochi giorni, viaggia verso le trentacinquemila firme. Ne hanno seguito l’esempio gli ex studenti del liceo classico Zucchi di Monza, che ricordano Salis come una ragazza dolce, studiosa, capace di diplomarsi col massimo dei voti in un istituto ritenuto severo. Il sito messo in piedi in poche ore pullula di nomi, qualcuno più noto di altri, come il ideatore di Possibile ed ex enfant prodige della sinistra Pippo Civati. “A scorrere la lista, sembra di essere tornati ai tempi in cui ci ritrovavamo tutti ogni giorno sui gradini della scuola – ricorda Matteo Peri, storico rappresentante di istituto -. Una mobilitazione del genere non si vedeva da trent’anni”. Nell’elenco appare anche un Marco Castoldi, ma è un omonimo del cantante diventato famoso col nome d’arte Morgan, anch’egli transitato dal liceo di piazza Trento e Trieste negli anni Ottanta.

I volti noti e la politica

Ma a dare man forte alla famiglia ci sono anche il fumettista Zerocalcare, che a Salis ha dedicato un intenso fumetto di ventisei pagine apparso nei giorni scorsi sulla rivista Internazionale, e l’editorialista di lungo corso di Repubblica Michele Serra. E l’elenco potrebbe continuare.

Sul versante politica, la prima a interessarsi al caso è stata la senatrice Ilaria Cucchi (Alleanza Verdi-Sinistra), che ha organizzato una conferenza stampa a Palazzo Madama. L’appuntamento ha innescato la reazione a catena dei media. “Stiamo collaborando con gli altri senatori del gruppo misto per poter mantenere alta l’attenzione su questo caso – dice a Wired Cucchi -. La senatrice Aurora Floridia presenterà il caso alla delegazione parlamentare italiana all’assemblea del Consiglio d’Europa, mentre il senatore Peppe De Cristofaro ha interrogato il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante un question time la scorsa settimana. Continueremo a vigilare tramite pubbliche denunce in modo da sensibilizzare l’opinione pubblica e responsabilizzare il nostro governo”.



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di Antonio Piemontese www.wired.it 2024-01-19 06:00:00 ,

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