Il leader di Forza Italia: salutare avere divergenze di opinione, si discute e si arriva a una sintesi
Roberto Gressi sul Corriere del 29 maggio mi definisce, fra l’altro, «stanco e annoiato». È forse l’unica cosa vera, di quel lungo articolo dedicato a Forza Italia: se il maggiore quotidiano italiano, il più antico e prestigioso, si riduce a mettere insieme una serie di pettegolezzi e maldicenze, neppure originali, per spiegare le vicende di un grande movimento politico come Forza Italia, allora c’è davvero motivo di essere stanchi e annoiati della qualità della narrazione politica in Italia.
E non c’è da meravigliarsi che siano stanchi e annoiati anche i lettori e gli elettori, che sempre più spesso purtroppo disertano le urne.
Voglio credere, signor direttore, proprio per la stima che ho di Lei e del Corriere, che il pezzo di Roberto Gressi rifletta solo l’opinione personale dell’autore. Al quale consiglierei, per conoscere davvero cos’è Forza Italia, di non limitarsi a raccogliere le maldicenze di pochi scontenti, ma di parlare con le migliaia di militanti, di dirigenti, di eletti, con i parlamentari e i membri del governo, che partecipano con entusiasmo al nostro progetto politico. Un progetto liberale, cristiano, europeista, garantista, che rende Forza Italia qualcosa di unico nella storia e nell’attualità della politica italiana, la chiave di volta di un centrodestra di governo, l’espressione in Italia della maggiore famiglia politica europea, il Partito popolare europeo.
Nella grande manifestazione di Napoli, solo pochi giorni fa, alla quale Lei signor direttore ci ha fatto l’onore di partecipare come ospite, questa Forza Italia si è stretta ancora una volta non tanto intorno alla mia persona, ma intorno alla nostra linea chiara e responsabile. La linea di chi ha voluto per primo il governo Draghi e lo sosterrà lealmente, senza rinunciare ai nostri principi, fino alla scadenza naturale della legislatura.
Naturalmente in un grande partito liberale possono esistere divergenze di opinione su singoli aspetti: questo è del tutto normale, anzi salutare. In passato è accaduto persino e fin troppe volte di sentir formulare l’accusa opposta, e altrettanto caricaturale: Forza Italia come partito-azienda o addirittura partito-caserma. Non è così, da noi — al contrario di quello che spesso viene raccontato — si discute a lungo e poi si arriva ad una sintesi, della quale io come ideatore e leader di Forza Italia sono espressione e garante, per volontà di decine di migliaia di aderenti e di milioni di elettori che nel corso dei decenni mi hanno rinnovato la loro fiducia.
Per questo, anche se è mortificante doverlo ripetere, voglio chiarire ancora una volta che i miei collaboratori e i dirigenti di Forza Italia attuano soltanto le mie indicazioni e nei loro comportamenti ho ovviamente piena fiducia.
Una seconda precisazione si impone per quanto riguarda il conflitto in Ucraina. Dispiace che una tragedia di tanta importanza venga ridotta anch’essa a materia di pettegolezzo politico. La posizione di Forza Italia e mia personale è fin dall’inizio quella espressa nella risoluzione di condanna da me votata nel Parlamento europeo e poi ribadita in modo formale e ufficiale in tante votazioni e in tante occasioni, ultima delle quali proprio a Napoli, quando ho detto testualmente che «l’Ucraina è il Paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo a difendersi. Forza Italia è — e rimarrà sempre — dalla parte dell’Europa, dalla parte dell’Alleanza Atlantica, dalla parte dell’Occidente, dalla parte degli Stati Uniti». Naturalmente rimane l’angoscia per i lutti, per le distruzioni, per i tanti danni diretti ed indiretti del conflitto e la preoccupazione di risolvere presto questa crisi così grave, definendo un nuovo assetto della sicurezza nell’Europa dell’Est. Raccontare altro, basandosi su mezza frase — carpita nel corso di una conversazione a tavola — che faceva parte di un ragionamento ben più complesso, è un cattivo modo di fare informazione.
Su tutto il resto, e in particolare sugli aspetti che lambiscono la mia vita privata, il buon gusto — che purtroppo manca agli autori dei virgolettati anonimi — mi impone semplicemente di tacere.
Solo una considerazione: l’articolo tenta uno spericolato parallelismo fra il declino dell’Impero Romano e quello — presunto — di Forza Italia. Ricordo all’autore che dalla morte di Diocleziano (313 d.c.) alla deposizione di Romolo Augustolo (476 d.c.) l’Impero è durato ancora 163 anni. Lo considero un buon auspicio di lunga vita per Forza Italia e per me.
(r. g.) Gentile presidente,
il pettegolezzo non appartiene né a me né al Corriere. Quanto scritto è frutto di un lavoro serio e faticoso: il risultato è il racconto di un malessere diffuso, ne tenga conto, che agita il movimento che lei ha costruito.
29 maggio 2022 (modifica il 29 maggio 2022 | 22:32)
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Silvio Berlusconi, Roberto Gressi , 2022-05-29 20:21:31 ,