Un ritrovamento affascinante e inquietante nel campo dell’archeologia: in Israele un gruppo di studiosi ha scoperto le evidenze di “un possibile portale per gli inferi”, dove si svolgevano pratiche riconducibili alla negromanzia e alla magia. Uno scavo effettuato nella grotta di Te’omim, situata sulle colline che circondano Gerusalemme, ha portato alla luce oltre 120 lampade a olio intatte, armi, monete, vasi e tre crani umani isolati, senza segni di altri resti scheletrici. Quello che ha stupito gli archeologi, in particolare, è stato che le lampade e i teschi, insieme ad altri manufatti, sono stati trovati incastrati in profonde fessure della grotta, il che suggerisce che i popoli antichi li abbiano posizionati lì per uno scopo deliberatamente rituale. Un’evidenza che ha portato gli archeologi Eitan Klein e Boaz Zissu a ipotizzare che la grotta possa essere stata utilizzata “come un oracolo locale ( nekyomanteion )” adibito a ospitare rituali di negromanzia nel periodo tardo romano.
La particolare posizione in cui sono stati ritrovati i manufatti, infatti, fa pensare che qui gli uomini praticassero cerimonie occulte per “predire il futuro ed evocare gli spiriti dei decessi”. Un’affermazione che, secondo Klein e Zissu, sarebbe sostenuta anche dal ritrovamento di un centinaio di lampade a olio in ceramica – contro i soli tre teschi umani -, che sarebbero da ricollegare alla pratica cultuale del deposito di manufatti per le forze ctonie. Un’azione che potrebbe rappresentare soltanto uno dei rituali magici praticati nella grotta di Te’omim ai fini della divinazione e della resurrezione.
Che si tratti di un luogo magico, quindi, è dimostrato dalle evidenze sottolineate dagli studiosi di archeologia. A cominciare dal fatto che la grotta contiene un pozzo profondo e una sorgente che si accumula in una pozza scavata nella roccia, caratteristiche condivise da molti santuari rupestri nel mondo greco-romano. A tal proposito, c’è da considerare che i popoli antichi identificavano questi luoghi sotterranei come veri e propri portali per gli inferi, identificando i pozzi all’interno delle caverne come percorsi adibiti alla resurrezione dei decessi. E la grotta di Te’omim ha tutte le caratteristiche giuste per rispondere a questo ruolo.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-07-14 11:01:55 ,