Intelligenza artificiale, perché agli sceneggiatori fa così paura
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Accecati come siamo da tutto il suo fascino, spesso dimentichiamo che Hollywood è piena di sindacati. Sceneggiatori, registi, membri della troupe: tutti questi lavoratori partecipano a qualche tipo di contrattazione collettiva. Mentre faceva la comparsa in un film, una volta Brad Pitt cercò (senza riuscirci) di farsi dare una battuta per ottenere una tessera della Screen Actors Guild, un sindacato che rappresenta gli attori. Le azioni della Wga potrebbero influenzare il futuro del movimento sindacale in senso più ampio. Molti professionisti – dai giornalisti agli artisti, passando per i programmatori – si trovano improvvisamente a fare i conti con la concorrenza dei sistemi di apprendimento automatico; e ora che gli occhi del mondo sono puntati sulla battaglia della Wga, le vittorie o le sconfitte dell’organizzazione potrebbero rappresentare un precedente per altri settori.

Futuro incerto

Tutto questo suona troppo allarmistico? Possibile, ma è bene ricordarsi che nessuno sa davvero come gestire il potenziale dell’intelligenza artificiale, né gli amministratori delle università,né gli enti che si occupano di diritto d’autore, né tantomeno le case discografiche.

Persino le menti più brillanti dell’Ai sembrano vacillare sull’argomento. La settimana scorsa il pioniere dell’Ai Geoffrey Hinton ha fatto notizia annunciando di aver abbandonato Google e dichiarando al New York Times di temere per il futuro. A marzo, un gruppo di leader del settore tecnologico aveva pubblicato una lettera aperta in cui chiedeva una pausa allo sviluppo dell’Ai per esaminarne i rischi.

Queste ansie per il futuro non erano probabilmente molto diverse da quelle dei luddisti. Si può sostenere – e c’è sempre qualcuno che lo farà – che il progresso non si può fermare e che le persone dovrebbero essere disposte ad accogliere le macchine, e che anche se forse rimpiazzerà alcuni ruoli l’Ai creerà comunque nuovi posti di lavoro. Il fatto che una sceneggiatura possa essere scritta da una macchina però non significa che sia giusto farlo, o che l’Ai sia in grado di generare la storia migliore o la più originale. La fast fashion ha portato in tutto il mondo capi di abbigliamento prodotti in serie, ma i costi, in senso lato, sono stati altissimi.

Ned Ludd, il personaggio a cui i luddisti devono il loro nome, probabilmente non è mai esistito. Viene spesso definito come una figura “mitica”. Rappresenta un nome e una storia attorno a cui le persone si sono radunate. Simboleggiava lo smantellamento del sistema che spingeva le persone a produrre beni con grande rapidità ma senza formazione o una giusta retribuzione. Ecco perché, continuo a pensare ancora a quello che ha detto Seyfried. Negli Stati Uniti le sue parole hanno avuto grande eco; i commenti dell’attrice sono stati ripresi da tutti i mezzi d’informazione e hanno fatto il giro dei social media, trasformandola in una paladina dei lavoratori: una reazione che non può lasciare indifferenti, più notevole forse anche di tutto lo sfarzo del Met Gala.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.



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di Angela Watercutter www.wired.it 2023-05-09 04:00:00 ,

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