Chi si occupa di finanza ha sempre l’occhio rivolto ai nuovi trend di investimento, ma è altrettanto importante riflettere su quanto accaduto nell’anno appena trascorso per trarre i dovuti insegnamenti. Molti, infatti, avevano scommesso sul fatto che il 2023 sarebbe stato l’anno dei bond, ma la realtà ha dimostrato il contrario. I mercati obbligazionari hanno registrato un anno negativo, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, dell’inflazione e della guerra in Ucraina. Nonostante queste sfide, l’anno ha sorriso a chi ha deciso di esplorare mercati più insoliti e meno convenzionali. Alcuni giornali, tra cui il Financial times ha selezionato alcune delle cosiddette “operazioni di nicchia” che hanno regalato significative vittorie agli investitori più accorti: vediamone cinque.
Obbligazioni turche
Partiamo da un’eccezione. Nel corso del 2023, le obbligazioni turche hanno vissuto un anno davvero positivo, in netto contrasto con la tendenza predominante nei mercati obbligazionari emergenti. Il debito turco, incluso nell’indice obbligazionario JPMorgan Embi global diversified, ha registrato rendimenti di circa il 16% nel corso dell’anno. I significativi rendimenti del debito turco in dollari della Turchia si sono manifestati in un contesto turbolento per le attività del paese. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan è stato rieletto a maggio. A sorprendere molti economisti e investitori è stato l’abbandono da parte del presidente delle politiche non convenzionali che avevano portato al crollo della lira e avevano messo a rischio il fondo di guerra in valuta estera della banca centrale.
Inoltre Erdoğan ha designato Mehmet Şimşek, ex stratega obbligazionario di spicco presso Merrill Lynch, come ministro delle finanze, e Hafize Gaye Erkan, ex banchiera di Goldman Sachs, come capo della banca centrale: scelte viste di buon occhio dagli investitori stranieri. Şimşek ed Erkan hanno adottato provvedimenti mirati alla ricostruzione delle riserve di valuta estera del paese e hanno drasticamente aumentato i tassi di interesse al 35% per la quinta volta consecutiva, nel tentativo di frenare un’inflazione che ha superato il 65%. Tuttavia, è importante sottolineare che il mercato obbligazionario turco rimane volatile, e la sua futura performance sarà influenzata da diversi fattori. In caso di accelerazione dell’inflazione o di ulteriore deprezzamento della lira turca, potrebbe verificarsi un’inversione di tendenza nel mercato obbligazionario turco.
Criptovalute
La riduzione dell’inflazione, che ha alleviato la pressione sui tassi di interesse, unita alla possibile approvazione da parte della Securities and exchange commission (Sec) – l’ente regolatore del mercato finanziario negli Stati Uniti – del primo Exchange-traded fund (Etf) basato su bitcoin ha reso le criptovalute più attraenti per gli investitori. Infatti, a partire dalla seconda metà del 2023, le criptovalute hanno recuperato l’intero terreno perduto nell’ultimo anno e mezzo. Il valore del bitcoin ha superato i 40.000 dollari e quello di Ethereum i 2.200 dollari.
Ma la vera cenerentola di questo settore è stata Solana, una blockchain che quest’anno ha subito un drastico crollo del 90% a causa del fallimento di Ftx – che infatti deteneva una considerevole quantità di token della società –, ma che ha visto una sorprendente ripresa nel corso dell’anno. Solana ha progressivamente affrontato le sue problematiche tecniche e si è gradualmente separata dall’influenza di Sam Bankman-Fried, il inventore di Ftx, agli occhi degli investitori. Grazie a ciò in un anno è riuscita ad aumentare il suo valore del 560%, portando il prezzo della sua valuta a 87 dollari. A dicembre le piattaforme di Solana, tra cui Raydium e Orca, hanno registrato un volume di transazioni giornaliere pari a 1,447 miliardi di dollari superando quelle di Ethereum.
Uranio
L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 ha spinto i governi di molti paesi europei a ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia da Mosca. Inoltre, a livello globale, la crescente pressione sugli stati per ridurre le emissioni di gas climalteranti ha rinnovato l’attenzione sul nucleare come fonte di energia relativamente pulita e abbondante. Per questi motivi, secondo i dati del Cme Group, il prezzo dell’uranio, materiale fondamentale nel processo di fusione nucleare ha raggiunto il massimo degli ultimi quindici anni a dicembre 2023, toccando i 91 dollari a libbra, rispetto ai 50 dollari dell’inizio dell’anno.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2023-12-29 13:15:59 ,