La stessa agenzia ha anche elencato alcuni rischi concreti per i paesi del Mediterraneo: aumento delle temperature estreme, diminuzione delle precipitazioni e della portata dei fiumi, aumento del rischio di siccità, di perdita di biodiversità, di incendi boschivi. della domanda di acqua per l’agricoltura. E quindi diminuzione delle rese delle colture, crescita di domanda energetica e di rischi sanitari. Tutti questi fattori influiranno sull’offerta turistica: Wired ha chiesto in che modo a Erica Mingotto, ricercatrice del Centro internazionale di studi sull’economia turistica dell’Università di Venezia (Ciset).
Come cambierà il turismo in montagna
Secondo il Centro mediterraneo per i cambiamenti climatici entro il 2050 si registrerà una riduzione complessiva su tutto il territorio nazionale della nevosità. Da -20 a -40 giorni di copertura nevosa all’anno su tutto l’arco alpino: in generale, si stima un innalzamento della temperatura di almeno 1 grado da qui al 2100. Anche se gli scenari peggiori arrivano fino a 5 gradi in più in certe aree di montagna. In ogni caso, con 1 solo grado in più, tutte le stazioni sciistiche del Friuli Venezia Giulia e un terzo delle stazioni sciistiche in Lombardia, Trentino e Piemonte sarebbero al di sotto della “linea di affidabilità neve” (Lan).
Per cui sia in estate che in inverno si frequenterà la montagna in momenti diversi dell’anno rispetto ad oggi, anche perché la fruibilità feriale si orienterà più verso il trekking che verso lo scii per le condizioni climatiche. “Pensiamo agli impianti di risalita sciistici ormai usati anche per il turismo estivo: i territori devono adottare pratiche di resilienza per reinventare la propria offerta turistica”, dice Mingotto.
Tutelare le coste e competere con i paesi nordici
Non farà più caldo solo nell’area mediterranea ma in tutto il mondo: per questo, la concorrenza tra le destinazioni balneari in Europa aumenterà con il miglioramento delle condizioni climatiche sulle coste dell’Atlantico e dell’Europa settentrionale. Purtroppo le temperature estive di alcune destinazioni mediterranee potrebbero diventare troppo calde nei mesi di vacanza estivi, e quindi bisognerà organizzarsi per coprire fasce di media stagione nell’accoglienza e non solo in alta. E quindi tutelare il patrimonio culturale e di biodiversità del territorio nazionale.
“Sicuramente la fascia dell’Italia meridionale sarà la più toccata da questi cambiamenti. Per questo assisteremo ad uno scivolamento stagionale, ovvero i mesi che oggi sono subito prima e dopo l’alta stagione saranno i più gettonati. In questi luoghi bisogna portare avanti dei progetti di intervento ”hard”, prosegue Mingotto. Infatti, i singoli individui non possono prendere iniziative complesse come il ripascimento delle spiagge o le iniziative espropriative contro l’erosione delle coste. Queste misure, anche come indirizzo strategico della vision turistica italiana, devono essere prese a livello nazionale o comunque istituzionale.
Adattarsi in maniera creativa
Gli effetti problematici descritti riguardano tutto il comparto turistico, quindi anche le visite nelle città d’arte anche queste sempre più minacciate da eventi atmosferici imprevisti. E considerando che l’Italia è il paese con il maggior numero di siti Unesco al mondo, bisogna reagire per tempo per impedire la flessione negli arrivi. Per questo, non solo è necessario valorizzare le bellezze del luogo ma la loro fruibilità in qualsiasi periodo dell’anno o la loro resilienza ad eventi atmosferici violenti e improvvisi. Si tratta del concetto che Mingotto descrive come sicurezza della destinazione: “Questo tipo di valutazione inciderà sempre di più sulla scelta della vacanza: il periodo come il luogo diventano elementi da considerare. Bisognerà quindi combinare l’attrattività della destinazione con la salvaguardia delle risorse che sono oggetto del turismo: sono necessarie azioni di adattamento ai cambiamenti climatici, che siano sia soft, come l’orientamento a certi comportamenti nei turisti, o hard, come la ricostituzione di aree verdi”. L’importante è agire per tempo, dato che il quadro di ciò che avverrà è sempre più definito. E, soprattutto, ineluttabile.
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di Gianluca Schinaia www.wired.it 2023-07-29 05:00:00 ,