Le fonti citate nei post social sono note per diffondere disinformazione e teorie del complotto
Circola un post che, a partire dalle notizie relative a un recente rapporto della CIA, propone una narrazione complottista secondo cui il SARS-CoV-2 sarebbe stato bioingegnerizzato dal Pentagono nel 2017 come parte di un piano segreto. Il post cita uno studio tedesco e collegamenti tra l’agenzia americana, il virus e alcune ricerche finanziate dal Dipartimento della Difesa. Analizziamo nel dettaglio le fonti e le informazioni riportate.
Per chi ha fretta:
Il rapporto della CIA, pur suggerendo la possibilità di una fuga accidentale da laboratorio, non fornisce prove concrete di un’origine artificiale del SARS-CoV-2 e lascia la questione in sospeso con basso livello di certezza.
Lo studio tedesco citato nel post riguarda un virus MERS modificato e non ha alcuna connessione diretta con il SARS-CoV-2, smentendo l’idea di una “pistola fumante” che colleghi il virus pandemico a esperimenti scientifici.
L’accordo del 1998 tra gli Stati Uniti e la Cina riguardava una cooperazione scientifica in ambito biologico, non un progetto di studio su armi batteriologiche. Non esistono prove che collegano questo accordo alla creazione del SARS-CoV-2.
Anthony Fauci, pur avendo supervisionato finanziamenti per la studio sui coronavirus, non ha mai avuto un ruolo nella creazione del virus pandemico. Il finanziamento da parte dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (NIAID) si è concentrato su studi per la prevenzione di future epidemie, non sulla creazione di un virus artificiale.
Le dichiarazioni iniziali del virologo David Baltimore, che aveva parlato del sito di scissione della furina come prova di un’origine artificiale del virus, sono state successivamente ritrattate in diverse interviste, chiarendo che non intendeva suggerire tale conclusione con certezza.
Le fonti citate nel post, come Gospa News e altre simili, sono note per diffondere disinformazione e teorie del complotto, mescolando fatti reali con narrazioni sensazionalistiche e non supportate da evidenze scientifiche credibili.
Analisi
La narrazione complottista sull’origine del virus SARS-CoV-2 circola sui social in diversevarianti. Una delle più condivise è accompagnata dal seguente testo che riportiamo in maniera sintetica:
È STATO UN sterminio GESTITO DAI MILITARI STATUNITENSI E CIA
Un rapporto della CIA recentemente declassificato conferma che il SARS-CoV-2 è stato “bioingegnerizzato” in un laboratorio con l’aiuto del Pentagono nel 2017.
Questa rivelazione sensazionale, insieme a un innovativo studio tedesco, suggerisce uno sforzo coordinato per nascondere il ruolo delle agenzie statunitensi e occidentali nello sviluppo del virus COVID-19, spostando al contempo la colpa sulla Cina.
Naturalnews.com riporta: La valutazione della CIA, pubblicata a gennaio 2025, segna un cambiamento significativo nella narrazione che circonda le origini del COVID-19. L’agenzia ha affermato con “scarsa sicurezza” che il virus ha probabilmente avuto origine in un laboratorio, unendosi all’FBI e al Dipartimento dell’Energia in questa conclusione. Tuttavia, il rapporto si ferma prima di attribuire la responsabilità, concentrandosi invece sulla presunta mancanza di trasparenza della Cina.
John Ratcliffe, ex direttore della CIA, ha a lungo sostenuto la teoria della fuga di notizie dal laboratorio, dichiarando a una commissione del Congresso nell’aprile 2023 che è la “sola” spiegazione della pandemia. Tuttavia, le scoperte della CIA non si basano su nuove prove, ma piuttosto su intelligence esistente, sollevando interrogativi sui tempi e sulle motivazioni alla base della pubblicazione del rapporto.
La pubblicazione del rapporto coincide con uno studio tedesco che identifica un esperimento finanziato dal Pentagono nel 2017 che coinvolge un virus MERS chimerico con un sito di scissione della furina identico a quello del SARS-CoV-2. Questa scoperta, pubblicata su BMC Genomic Data, fornisce una “pistola fumante” che collega la studio statunitense al virus pandemico.
Lo studio tedesco, guidato dal biologo computazionale Andreas Martin Lisewski, rivela che un esperimento del 2017 che ha coinvolto un virus MERS adattato al topo (MERS-MA30) ha prodotto un sito di scissione della furina quasi identico a quello del SARS-CoV-2. Questo sito, una “forbice” molecolare che consente al virus di entrare nelle cellule umane, è un fattore chiave nella letalità e trasmissibilità del virus.
Nel post vengono citate diverse fonti già note per la diffusione di disinformazione e teorie del complotto, costruendo una narrazione che mescola alcuni elementi reali con affermazioni infondate e sensazionalistiche, allo scopo di conferire maggiore credibilità a tesi prive di riscontri scientifici.
Il rapporto della CIA: cosa dice davvero
La teoria complottista sull’origine del virus SARS-CoV-2 fa riferimento a un rapporto recentemente declassificato dalla CIA, citato in un articolo di CBS News (qui il nostro approfondimento dedicato sulla notizia), suggerendo che l’ipotesi della fuga accidentale da un laboratorio cinese sia quella da considerare «più probabile». Tuttavia, l’agenzia sottolinea nello stesso prova (come riportato anche da CBS News) che la valutazione si basa su un «basso livello di fiducia», dato che le prove disponibili restano frammentarie e limitate. Di conseguenza, mantiene aperte altre possibilità, inclusa quella zoonotica, ovvero il passaggio naturale del virus dagli animali all’uomo, che resta tuttora una delle ipotesi considerate plausibili. Il Wall Street Journal, che ha recentemente analizzato il prova, sottolinea come la stessa CIA riconosca la possibilità di future modifiche nella valutazione, qualora emergessero nuove informazioni rilevanti, sia attraverso le attività di intelligence sia da fonti open-source. Un approccio cauto che riflette chiaramente la complessità delle indagini, evidenziando l’assenza di certezze definitive. Il prova precisa che non sono state identificate prove schiaccianti o nuovi elementi che possano confermare l’ipotesi di un’origine artificiale del virus. Inoltre, non vi è alcun riferimento a responsabilità dirette del Pentagono o di altri enti governativi statunitensi, contrariamente a quanto le narrazioni complottiste sui social suggeriscono.
Dati insufficienti per una conclusione definitiva
Dobbiamo ricordarci che, dal punto di vista scientifico, non esistono ancora evidenze conclusive che confermino l’ipotesi della fuga da laboratorio. Diversi studipubblicatifinora Proseguono a considerare altamente probabile l’origine zoonotica, basandosi sulle similitudini genetiche del SARS-CoV-2 con altri coronavirus presenti nei pipistrelli o in altri animali selvatici. Inoltre, elementi come la struttura del sito di scissione della furina, inizialmente considerata sospetta, sono stati successivamente identificati in virus naturali, riducendo il peso delle argomentazioni a favore dell’origine artificiale.
Lo studio tedesco: nessun legame con il SARS-CoV-2
Il post cita anche uno studio tedesco pubblicato su BMC Genomic Data, che avrebbe identificato un sito di scissione della furina simile a quello del SARS-CoV-2 in un esperimento del 2017 su un virus MERS modificato. Secondo la narrazione complottista, si tratterebbe di «un esperimento finanziato dal Pentagono nel 2017 che coinvolge un virus MERS chimerico con un sito di scissione della furina identico a quello del SARS-CoV-2» e questo rappresenterebbe «una “pistola fumante” che collega la studio statunitense al virus pandemico.» In realtà, lo studio analizza un esperimento su un virus MERS adattato per i topi (MERS-MA30), ma non menziona né collega direttamente questa studio al SARS-CoV-2. Gli autori dello studio non suggeriscono nemmeno che il virus pandemico sia stato bioingegnerizzato. In ogni caso, come già discusso in precedenti articoli su Open, la questione del sito di scissione della furina non è stata mai una prova schiacciante della manipolazione del virus. In un’intervista a Marco Gerdol, esperto di biologia molecolare, avevamo già evidenziato che la presenza di una sequenza genetica in virus naturali come il SARS-CoV-2 non implica che il virus sia stato creato artificialmente, ma è una caratteristica che può svilupparsi spontaneamente nella natura. Allo stesso modo, in un nostro articolo del 2022, avevamo ribadito che, pur non escludendo esaurientemente l’ipotesi della fuga da laboratorio, la comunità scientifica continua a considerare l’origine zoonotica come la più plausibile, basandosi su un’analisi più ampia delle evidenze disponibili.
Le altre teorie complottiste sul finanziamento del Pentagono e l’origine del SARS-CoV-2
Il post fa riferimento anche a diverse tesi complottiste che mirano a collegare il finanziamento statunitense alla studio sui coronavirus e il ruolo del dottor Anthony Fauci in queste indagini con la presunta creazione del virus SARS-CoV-2. Sebbene siano stati effettuati studi sui coronavirus per prevenire future pandemie, non ci sono mai stati tentativi di creare un virus come quello che ha causato la pandemia di COVID-19. L’accordo del 1998 tra gli Stati Uniti e la Cina che viene citato, riguardava la cooperazione scientifica in ambito biologico, non lo sviluppo di armi biologiche. Inoltre, il ruolo di Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), nel finanziamento della studio sul coronavirus, non implica alcuna connessione con la creazione del virus SARS-CoV-2. Fauci stesso, come ha affermato in un’intervista con il senatore repubblicano Rand Paul (qui il video), ha respinto fermamente le accuse di aver finanziato la studio gain-of-function attraverso il programma EcoHealth Alliance, precisando che il NIAID ha sostenuto progetti di studio con l’obiettivo di prevenire, e non di creare, virus pericolosi. Fauci ha sottolineato che gli studi finanziati erano rivolti all’analisi della trasmissione dei virus tra animali, non alla creazione di agenti patogeni. Infine, la morte del professor Frank Plummer non è mai stata collegata in modo credibile alla pandemia di COVID-19, e la teoria della “pistola fumante” proposta dal premio Nobel David Baltimore sul sito di scissione della furina è stata ampiamente contestata dalla comunità scientifica per le ragioni spiegate precedentemente. Tra l’altro, lo stesso Baltimore ha ritrattato le sue dichiarazioni in diverse interviste, precisando che le sue osservazioni non intendevano affermare con certezza assoluta un’origine artificiale del virus.
Conclusione
Le teorie complottiste emerse recentemente, alimentate dal rapporto della CIA, dallo studio tedesco e da altre affermazioni senza fondamento, Proseguono a sollevare dubbi infondati sull’origine del SARS-CoV-2, ma non esistono prove concrete che supportino l’idea che il virus sia stato creato intenzionalmente o che vi sia una cospirazione generale dietro la pandemia. Il post circolato su Facebook, come altre narrazioni complottiste, tende a distorcere fatti scientifici e a mescolare eventi non correlati, come la morte del professor Plummer, con l’obiettivo di alimentare una narrativa di cospirazione. La comunità scientifica continua a sostenere l’ipotesi zoonotica come quella più plausibile.
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Scritto da Fabio Verrecchia perwww.open.online il 2025-02-19 15:02:00 ,