la sfida di Seedscience
| Wired Italia

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Quanto costa realizzare un esperimento scientifico a scuola? Qual è il prezzo di un becher, di una provetta, dei reagenti che si usano per imparare la chimica e la fisica? Se i laboratori degli istituti italiani sono spesso a corto di fondi, in contesti poveri la situazione è decisamente peggiore. In molte zone rurali dell’Africa, le scienze vengono insegnate con il solo ausilio di gesso e lavagna, contando sull’immaginazione dei ragazzi e una buona dose di fantascia da parte dei docenti. Difficile capire, ancor di più appassionarsi. Risultato: moltissimi abbandonano gli studi, con le prevedibili conseguenze.

Da Roma all’Africa

Michele Raggio, romano, inventore e presidente dell’associazione Seedscience, ha una laurea in chimica e un dottorato in scienza dei materiali e la passione per l’insegnamento. Durante un viaggio in Africa, l’idea di provare a realizzare esperimenti accattivanti con materiali di recupero e disponibili localmente. A basso prezzo, meno di cinque dollari, e insegnando ai docenti delle scuole primarie e secondarie le tecniche per realizzarli da sé.

Quando ho cominciato, avevo già avuto qualche esperienza di volontariato in Ghana” racconta a Wired, “ma devo ammettere che l’idea era ancora molto grezza: pensavo di andare a parlare direttamente con gli insegnanti: ma riflettendo e grazie all’aiuto di amici e contatti nel mondo no-profit mi sono reso conto che, in questo modo, l’iniziativa si sarebbe rivelata un fallimento. Ci mancava una conoscenza approfondita del contesto in cui saremmo andati a operare. Così, abbiamo deciso di farci supportare da partner del posto che, prima di tutto, ci hanno aiutato a comprenderlo meglio, e, di conseguenza, a muoverci in maniera più efficace”.

Gli errori legati all’approccio sono ben descritti in inglese dal temine inglese patronising: un atteggiamento di sufficienza e superiorità inappropriato e offensivo per la dignità di chi si vuole aiutare; ma ci sono anche semplici ingenuità, per così dire, logistiche. Per esempio? “La prima volta che sono partito per il Ghana per fare formazione avevo con me una valigia da 30 chilogrammi colma di dispositivi – ricorda Raggio- . Ma ci è voluto poco per rendermi conto che, in realtà, per gli scopi che ci siamo dati, è molto più importante trovare il modo di realizzare gli esperimenti con materiale disponibile localmente: per questo ora parto con un semplice zaino da campeggio”.



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di Antonio Piemontese www.wired.it 2023-06-18 16:00:00 ,

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