L’agenda vera degli italiani ignora il tetto al contante

L’agenda vera degli italiani ignora il tetto al contante

L’agenda vera degli italiani ignora il tetto al contante



Capita spesso che gli italiani si rivelino più saggi, o almeno più concreti, rispetto a molto dibattito politico e giornalistico. Il problema riguarda i partiti, spesso spiazzati da un’opinione pubblica che si muove in libertà senza vincoli ideologici, ma anche i media, facili alla passione per temi che all’atto pratico sono più che secondari. I risultati della rivelazione svolta da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore possono essere utili a entrambi.

Il rincaro dei prezzi

Bollette e inflazione monopolizzano le preoccupazioni degli italiani, e questo è ovvio. E li inducono a sperare, o forse meglio a constatare, che una decisa continuità fra il vecchio e il nuovo governo realizzi una politica economica concentrata sugli aiuti emergenziali a famiglie e imprese, giudicata nei fatti una via obbligata per non veder peggiorare drasticamente la condizione propria e del Paese. E questo, dopo una campagna elettorale rapida ma fitta di accesi scontri frontali che ha premiato l’unico partito di opposizione al governo Draghi, è già meno scontato.

Ma il sondaggio fa di più, e chiede agli interpellati di incrociare le loro priorità nelle misure economiche con la speranza/convinzione che vengano effettivamente portate avanti dal governo Meloni. E proprio da qui arrivano le indicazioni più interessanti.

La prima urgenza

I sostegni a famiglie e imprese per fronteggiare i prezzi alle stelle dell’energia sono unanimemente considerati la prima urgenza, ma sono anche oggetto di una convinzione maggioritaria che il governo li porterà avanti. Le polemiche elettorali si sono scatenate sulle «agende» da mantenere o da buttare, ma l’agenda reale degli italiani non cambia. E, sono convinti in molti, nemmeno quella del governo, almeno per quel che riguarda l’urgenza di attutire i colpi dell’inflazione.

La conferma di questo pragmatismo piuttosto disincantato arriva se si ribalta la tabella delle priorità per guardare che cosa c’è agli ultimi posti. La reazione è spenta nei confronti delle riforme dell’ordinamento, dal presidenzialismo all’autonomia differenziata. Ma laggiù in fondo si incontra prima di tutto l’innalzamento del tetto all’uso del contante. Il tema ha dominato la scena della scorsa settimana, e come spesso capita lo ha fatto con un’intensità inversamente proporzionale alla sua effettiva rilevanza pratica.



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