«Le condizioni lo impongono. Il dovere prevale sulle attese personali»- Corriere.it

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di Marzio Breda

Le parole del capo dello Stato dopo la comunicazione della rielezione. Ai capigruppo aveva detto: avevo altri programmi, ma sono a disposizione

«I giorni difficili trascorsi con l’elezione alla presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tutt’ora attraversando sul versante sanitario, su quello economico e su quello sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri sui si è chiamati e naturalmente debbono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le promesse dei nostri concittadini». Uno scambio di strette di mano e poche parole, pronunciate con tono grave come grave è il momento che il Paese attraversa, al termine di una settimana tutta in salita.


Ringraziamenti a parte, non c’è nulla di davvero rituale, né tantomeno di retorico o festoso, nelle parole di Sergio Mattarella quando accoglie nella sala del Bronzino i presidenti di Camera e Senato, saliti alle 21, 40 al Quirinale per comunicargli una rielezione quasi plebiscitaria. Era l’unico modo per fargli accettare un secondo mandato al quale si era sempre detto indisponibile, per ragioni costituzionali e personali. Gli italiani tirano un respiro di sollievo. Sgombrata la decessificante incertezza in cui si sono lacerate le Camere, dando un pessimo spettacolo alla gente, ora abbiamo la garanzia di essere finalmente in sicurezza. Il che, dati i tempi, è moltissimo.



Tutto era cominciato nella mattinata, in un incontro con Mario Draghi a margine del giuramento di un nuovo membro della Consulta, Filippo Patroni Griffi. Ancora prima che Matteo Salvini parlasse, per intestarsi la nomina, il premier si apparta per una mezz’ora con il padrone di abitazione nello studio alla Palazzina e lo «esorta» (questa l’espressione probabilmente più corretta) a non respingere il sostegno che il Parlamento si prepara a dargli. Si fa portavoce della propria maggioranza di unità nazionale, che ha consultato fino a poche ore prima. E sa che se c’è qualcuno che può chiedergli questo sacrificio è proprio lui, cui Mattarella domandò un analogo sacrificio l’anno scorso, insediandolo a Palazzo Chigi. In breve: è meglio per tutti se il tandem al vertice del Paese non viene spezzato.

È questo il passaggio che sblocca sul serio la partita, ed è formalmente diverso da quello su cui nacque il bis di Napolitano. Non soltanto perché allora si era alle battute iniziali di una legislatura che appariva difficile, ma perché stavolta Draghi informa il capo dello Stato che sarà il Parlamento ad assumere l’iniziativa, indipendentemente dai leader politici. Un cambio di passo, insomma, dopo i troppi scrutini andati a vuoto con un oggettivo rischio paralisi oltre che di delegittimazione per tutti. Istituzioni comprese. Mattarella accetta, così come accetta quel che i capigruppo (non i leader) dei partiti e i rappresentanti regionali vanno a comunicargli nel primissimo pomeriggio. Non gli chiedono di restare, lo informano che lo voteranno.

«Avevo altri piani, ma se serve sono a disposizione. Farò del mio meglio», replica loro il presidente. Consapevole che troppe cose sono in gioco, stavolta. A partire dai rischi di instabilità per il governo, con incalcolabili conseguenze anche sul piano internazionale, e di un avvitarsi della crisi politico-istituzionale, che potrebbe trasformarsi in crisi di sistema e ripercuotersi molto negativamente sulla stessa tenuta del Paese. Certo, osserva Mattarella davanti alla sfilata di interlocutori, «vi sarebbe stata la possibilità di eleggere una personalità di alto livello». Tuttavia, il Parlamento è sovrano e il suo rispetto per le istituzioni resta massimo. Come pure l’impegno a mantenersi in una logica di assoluta garanzia e salvaguardia per tutti. Giovedì alle 15:30 il discorso d’insediamento e il giuramento. Giusto alla scadenza delle analoghe cerimonie di sette anni fa…

29 gennaio 2022 (modifica il 30 gennaio 2022 | 00:02)



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Marzio Breda , 2022-01-29 22:55:36
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