Le nuove importanti modifiche su tasse abitazione, busta paga e pensioni (e quelle gi avvenute negli ultimi 3 mesi)

Le nuove importanti modifiche su tasse abitazione, busta paga e pensioni (e quelle gi avvenute negli ultimi 3 mesi)

Le nuove importanti modifiche su tasse abitazione, busta paga e pensioni (e quelle gi avvenute negli ultimi 3 mesi)


Quali sono le prossime importanti modifiche su tasse stipendi, pensioni e case dopo i cambiamenti già avvenuti negli ultimi mesi? Cambiano e sono molto cambiate alcune regole in vigore nel nostro Paese relative a stipendi e pensioni e molte novità si preparano ancora ad arrivare sia per tasse che per case. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. 

  • Quali sono le prossime importanti modifiche su tasse stipendi, pensioni
  • Le prossime modifiche per le case dopo i cambiamenti già avvenuti negli ultimi mesi

Quali sono le prossime importanti modifiche su tasse stipendi, pensioni

Le prossime importanti modifiche su tasse stipendi e pensioni dopo i cambiamenti già avvenuti negli ultimi mesi, tra nuovo taglio del cuneo fiscale 2023 e rivalutazione pensionistica 2023, sono quelle che si attendono con la prossima riforma del Fisco.

Diverse le misure annunciate dal governo Meloni ma la principale riguarda certamente la revisione delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi, sia di stipendi che di pensioni. Il governo mira, come ormai noto, a ridurre le aliquote Irpef portandole da quattro a tre. 

Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.

Diverse sono, però, al momento le ipotesi di modifica dell’Irpef in base ai redditi e ancora da definire ufficialmente. La prima ipotesi di revisione Irpef noto prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.

Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi ha pensioni o stipendi tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, otterrebbe aumenti degli importi mensili, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe passando dal 35% al 27%. 

Per chi ha invece redditi annui sui circa 25mila euro, dovrebbe esserci un aumento di tasse di ben 300 euro, mentre non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.

Con questa nuova ipotesi, chi ha redditi da 25mila euro all’anno pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno, per arrivare fino a circa 700 euro per chi ha redditi più alti.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti tre nuove aliquote:

  • aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • aliquota del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • aliquota del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.

In questo caso, le modifiche interesserebbero chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro con risparmi sulle tasse da pagare, mentre per chi redditi tra i 15mila e 28mila euro l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%, implicando un aumento delle tasse da pagare.

Ultima ipotesi di revisione Irpef proposta nella nuova riforma fisco prevede le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.

In quest’ultimo caso, le modifiche interesserebbero chi ha redditi tra i 15mila e i circa 30mila euro, con riduzione delle tasse da pagare tra i circa 50-60 euro per i redditi più bassi, per arrivare fino a 700-1.200 euro per chi ha redditi più alti.

Le importanti modifiche per tasse, stipendi e pensioni con nuova riforma del Fisco riguardano anche il riordino annunciato delle detrazioni e nuove deduzioni. L’ipotesi di cui al momento si discute per la revisione delle detrazioni prevede uno schema di diverse percentuali di detrazioni in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.

Il calcolo delle nuove detrazioni certamente inciderà sugli importi di pensioni e stipendi, anche se è difficile dire con certezza quanto, con aumenti. E le nuove deduzioni che potrebbero rientrare nella nuova riforma del Fisco potrebbero incidere sulle pensioni e sugli stipendi e sempre in modo differente.

Le deduzioni permettono di avere una base imponibile ridotta rispetto al reddito complessivo e pagare dunque meno tasse Irpef considerando che riducendo l’imponibile ai fini fiscali, si abbassa il reddito e quindi anche le tasse da pagare.

Le eventuali nuove deduzioni per lavoratori potrebbero interessare tutte quelle voci relative alla pratica della prestazione lavorativa, per esempio spese per il trasporto pubblico per raggiungere il luogo di lavoro, acquisto di materiale per lavorare, di computer, auto, ecc, mentre per le pensioni le nuove deduzioni potrebbero agire direttamente sull’importo di determinati trattamenti pensionistici o di pensioni percepite da chi ha problemi particolari e riguardare spese mediche, o per trasporto, o spese per ausili, come girelli per camminare o stampelle, sedie a rotelle, ecc.

Le prossime modifiche per le case dopo i cambiamenti già avvenuti negli ultimi mesi

Anche per le case molto è cambiato e molto cambierà: le novità già approvate per la abitazione riguardano soprattutto gli affitti brevi (che hanno durata massima di 30 giorni e per cui non sussiste obbligo di registrazione), per cui da quest’anno è possibile optare per la cedolare secca ma direttamente in dichiarazione dei redditi e solo se nel corso dell’anno si affittano al massimo quattro appartamenti.

Sono stati stabiliti anche previsti nuovi obblighi di comunicazione all’Agenzia delle Entrate per tutti i contratti che prevedono un affitto di durata massima di 30 giorni, per cui da quest’anno si devono obbligatoriamente comunicare all’Agenzia delle Entrate anche anno di locazione e dati catastali della abitazione affittata insieme a tutti gli altri dati già oggi obbligatori per la registrazione di un contratto, che sono:

  • nome e cognome del locatore;
  • codice fiscale del locatore;
  • durata del contratto;
  • indirizzo dell’immobile locato;
  • importo del corrispettivo lordo.

Ulteriori modifiche già in vigore relative alla cedolare secca per gli affitti, invece, riguardano l’usufrutto: stando, infatti, a quanto recentemente stabilito, la cedolare secca non può essere applicata per gli affitti da parte di nudi proprietari che hanno case in usufrutto.

Sono state anche definite per quest’anno diverse modifiche per i pagamenti di Imu e Tari, tra nuovi sconti e riduzioni e nuove agevolazioni, nonché approvata la nuova per fare i contratti preliminari per l’acquisto di una nuova abitazione. 

Lo scorso mese di marzo, l’Agenzia delle Entrate ha, infatti, reso disponibile il nuovo canale telematico per registrare i contratti preliminari di compravendita di una abitazione, pagando imposta di bollo e imposta di registro direttamente online con addebito su conto corrente, riducendo così i tempi e semplificando la procedura. 

Con questa novità professionisti e contribuenti non dovranno più necessariamente recarsi preso gli sportelli delle Entrate per registrare i preliminari per l’acquisto di una abitazione. La nuova procedura online per la registrazione di preliminari di vendita case è disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. 

Nel frattempo, mentre la riforma del catasto già avviata dal governo Draghi ma bloccata con la sua caduta non sembra rappresentare una priorità per il governo Meloni, si pensa ad una nuova tassa unica da versare per l’acquisto di case nuove. 

Il governo vorrebbe riunire in un’unica tassa il pagamento di imposte di bollo, registro, catastali (volture catastali) e le tasse ipotecarie, relative a trascrizione, iscrizione, rinnovazione e annotazione eseguite nei pubblici registri immobiliari. Probabilmente si tratterà di definire un tributo unico, forse in misura fissa che rappresenterebbe una vera e propria semplificazione delle procedure.

Ma il governo Meloni starebbe anche preparando nuovo decreto con nuove regole e norme per la regolarizzazione degli affitti brevi, che permettono di affittare case per un periodo massimo di 30 giorni e senza obbligo di registrazione dei relativi contratti. 

E’ stata la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, a parlare della necessità di intervenire con nuove strette sugli affitti brevi e soprattutto per chi gestisce decine di appartamenti tramite definizione di nuove regole a livello nazionale, annunciando che entro la fine di maggio sarà presentata una nuova proposta di legge per fissare alcuni criteri per gli affitti brevi.

Potrebbero, per esempio, rientrare tra questi la decisione di un minimo di notti per affittare case, o prevedere la compilazione di un registro per chi ospita, insieme a nuove misure di tutela per le famiglie numerose che scelgono una abitazione piuttosto che un albergo e a incentivi per gli affitti brevi nei piccoli borghi di Italia dove non sono presenti strutture alberghiere.

E in tema di case le prossime importanti modifiche potrebbero riguardare i nuovi obblighi imposti dall’Ue per case green, tra obbligo di ristrutturazione green delle case vecchie di case energetica dalla F in poi, obbligo di sostituzione delle cucine a gasa con cucine a induzione, obbligo di installazione di pannelli solari e obbligo di sostituzione delle caldaie a gas, decisamente troppo inquinanti per l’Ue, così come alcuni condizionatori d’aria. 


 



Source link
di
www.businessonline.it
2023-06-30 12:40:00 ,

Previous Bollettino Covid, in Italia 4.701 contagi e 86 decessi per Coronavirus nella settimana dal 23 al 29 giugno: i dati

Leave Your Comment