Ospedali sotto stress in tutta Italia. Colpa del picco di influenza e delle sindromi parainfluenzali, che nell’ultima settimana hanno interessato circa un milione di italiani. «Il picco epidemico dell’influenza era atteso in questi giorni. Ma come spesso accade, proprio in occasione dello scambio di auguri, ci può essere una ripresa dell’ascesa della curva dei casi. Tra qualche giorno, con i dati sul periodo, capiremo se siamo arrivati davvero all’apice e comincia la discesa oppure se la curva torna a risalire per l’effetto feste», ha spiegato a Repubblica Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Ma anche il Covid-19 gioca un ruolo di primo piano, benché gli ultimi dati registrano un lieve calo dei ricoveri ospedalieri pari al 6,6% nell’ultima settimana. «Dopo la sostanziale stabilità registrata il 19 dicembre, per la prima volta torna il segno meno nel bollettino», rileva la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). La riduzione riguarda inoltre i ricoverati con il virus, coloro che sono in ospedale per altre cause, senza sintomi respiratori rilevanti. Resta basso il numero degli ingressi in terapia intensiva: 281 persone al 27 dicembre (il 3,2% del totale dei letti). Riguardo ai casi di nuove infezioni, sono stati invece 40.988 contro i 60.440 della scorsa settimana. Complice anche il periodo delle feste di Natale durante il quale vi è una bassa tendenza a fare i test.
In Lombardia «Stop ai ricoveri in riabilitazione per recuperare posti»
Gli ospedali della Lombardia sono sotto pressione da giorni. L’afflusso di pazienti si stima sia aumentato di circa il 30% rispetto all’inizio del mese. Per cercare di arginare l’emergenza, la Regione ha adottato giovedì 28 dicembre una misura straordinaria che prevede «il blocco temporaneo al ricovero di nuovi pazienti da casa nelle strutture di riabilitazione e di cure intensive». Il provvedimento, deciso durante l’incontro tra direttori generali e assessore al Welfare, Guido Bertolaso, ha l’obiettivo di liberare posti letto per chi arriva dai pronto soccorso. Stando agli ultimi dati, nella settimana dal 18 al 24 dicembre, ricorda il Corriere della Sera, in Lombardia la stima è di 208 mila cittadini a letto con febbre e raffreddore. L’epidemia, sostiene Bertoldo, «non si attenuerà almeno fino all’Epifania».
Nel Lazio «metà ambulanze ferme in ospedale»
Anche nella Capitale gli ospedali devono fare i conti con il sovraffollamento. Mancano posti letto e le ambulanze del 118, scrive Repubblica, restano bloccate fuori dagli ospedali anche per dodici ore. Ad occuparsi delle emergenze rimangono, così, soltanto la metà dei mezzi di soccorso a disposizione e i ritardi, inevitabilmente, si accumulano. Non è servito neppure l’acquisto, effettuato dal governatore Francesco Rocca, di 350 posti letto da privati, più altri 178 dopo l’incendio all’ospedale di Tivoli, al fine di decongestionare i pronto soccorso. Eppure, ieri sera 28 dicembre a Roma erano 470 i pazienti in attesa di un posto letto da oltre un giorno.
La «long flu»
Non solo il Long Covid. Gli italiani devono fare i conti anche con la cosiddetta «Long Flu». A spiegarlo all’AdnKronos è Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano. «Stanchezza, senso di “bastonatura”, recupero lento dai disturbi respiratori della fase acuta». Tutti sintomi della nuova influenza che non passa dopo «la settimana di passione». Anzi, spiega lo specialista, «può trascinarsi per 3-4 settimane». Un periodo in cui «un altro rischio sono sicuramente anche le complicanze batteriche, che arrivano a causa di una riduzione delle difese immunitarie che caratterizza la fase post-acuta», conclude.
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2023-12-29 11:06:32 ,