Naturalmente, ogni pannello deve essere programmato da un microcontrollore posto all’interno della giacca, che gestisce poi la tensione che passa attraverso ciascun pannello della giacca a una velocità diversa, a seconda di cosa vuole ottenere chi la indossa. “La cosa fondamentale è che ci riesca senza alterare la temperatura della giacca. È solo la radiazione termica che cambia” prosegue Tidball.
I dubbi degli esperti
Andrea Alù, professore di fisica alla City University di New York e uno dei ricercatori che nel 2016 ha dichiarato che un mantello dell’invisibilità era teoricamente impossibile, ha rifiutato di commentare le affermazioni di Vollebak, in quanto l’assenza di un documento scientifico che supporti le dichiarazioni dell’azienda non permette di capire quali siano i reali progressi scientifici. Mario Pelaez-Fernandez, ricercatore post-dottorato presso l’Università di Lille e specializzato in materiali legati al grafene, afferma che sintonizzare elettricamente i liquidi ionici per “comunicare” ai patch di grafene la temperatura da visualizzare è un metodo “ingegnoso e probabilmente molto costoso, per il momento“, ma aggiunge che l’uso della tecnologia è “certamente fattibile“.
Tuttavia, Pelaez-Fernandez è scettico sulla possibilità che il progetto si trasformi in futuro in un mantello dell’invisibilità. “Se quello che dicono è vero e questo materiale potrebbe, ipoteticamente, essere sintonizzato su qualsiasi lunghezza d’onda dello spettro visibile, cosa di cui non ho trovato riscontro in letteratura, ma che sembra plausibile. Il risultato sarebbe qualcosa di simile a una giacca mimetica, non a un mantello dell’invisibilità“, sottolinea.
Inoltre, il mantello non sarebbe in grado di gestire la retroilluminazione: “Se vi metteste davanti a una fonte di luce, apparirebbe come un’ombra – continua Pelaez-Fernandez –. Stanno cercando di venderlo come un mantello dell’invisibilità utilizzabile in futuro, quando hanno già un dispositivo davvero fantastico: un mantello dell’invisibilità per telecamere termiche“.
Dal prototipo al prodotto finito
Nonostante le audaci dichiarazioni dell’azienda, che associano la giacca con i mantelli dell’invisibilità, Tidball e Vollebak sono sinceri sul fatto che il progetto rappresenta poco più di una prova di fattibilità. A differenza di altre innovazioni sviluppate dall’azienda di abbigliamento, la giacca mimetica termica non è ancora in vendita e potrebbe non esserlo per molto tempo. Chi indossa la giacca è, per il momento, collegato a un computer con dei cavi. “Anche se ha dei fili che sporgono e anche se è collegata a un computer, per me rimane una cosa entusiasmante – dice Tidball –. Le prime fusioni tra abbigliamento e tecnologia assomiglieranno alla Delorean di Ritorno al futuro. La giacca avrà dei fili che sporgono e sembrerà appena uscita da un laboratorio“.
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di Chris Stokel-Walker www.wired.it 2022-10-09 17:00:00 ,