La premier Giorgia Meloni, dopo aver lasciato il compagno Andrea Giambruno, non ha voluto cambiare l’agenda: ma dal suo staff trapela la sua rabbia per un passaggio personale doloroso
DAL NOSTRO INVIATO
Il CAIRO —
I trenta minuti di macchina che Giorgia Meloni fa dalla pista dell’aeroporto sino al cuore dell’avveniristica New Cairo, una nuova capitale nel deserto che per ora è un immensa teoria di condomini vuoti, pronti per un ceto medio di 6 milioni di persone che in Egitto non esiste, sono anche un paesaggio estraniante. E anche per l’ambasciatore italiano Michele Quaroni, che è andato a prenderla ai piedi della scaletta dell’aereo, come da prassi, la conversazione è meno fluida rispetto ad altre occasioni.
«È incaz… nera», dicono nello staff della presidente del Consiglio, quando è da poco iniziato il summit per la Pace voluto dal presidente Al Sisi. Lei ha voluto esserci, aveva detto sì e ha mantenuto l’impegno, ma è indubbio che non sia facile dissimulare, nemmeno per la premier, la stanchezza e la difficoltà di un passaggio personale doloroso, dopo la separazione da Andrea Giambruno. Seguire il suo intervento sui grandi schermi del St. Regis Almasa significa cogliere cenni di stanchezza, le palpebre che a differenza di altre volte si chiudono per alcuni attimi, quasi a raccogliere le forze, mentre pronuncia il suo discorso.
È lei stessa a voler incontrare i cronisti al termine di due bilaterali, uno con Abu…
Author: Marco Galluzzo
Data : 2023-10-22 05:42:42
Dominio: www.corriere.it
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