Neuralink cerca volontari per la prima sperimentazione umana

Neuralink cerca volontari per la prima sperimentazione umana

Neuralink cerca volontari per la prima sperimentazione umana


Dopo diverse peripezie e la tanto agognata approvazione da parte dell’ente statunitense Fda per sperimentare i suoi chip neurali sugli esseri umani ricevuta qualche mese fa, per Neuralink, la startup di Elon Musk nata nel 2017 con lo scopo di far comunicare il cervello umano con l’intelligenza artificiale, è ora arrivato il momento di cercare volontari. L’azienda, infatti, ha appena dichiarato di aver ricevuto il via libera per iniziare il reclutamento per il primo trial clinico, chiamato Prime (Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface) Study, del suo impianto cerebrale destinato ai pazienti affetti da paralisi.

I dubbi della Fda

Ricordiamo che l’autorizzazione dei chip sugli esseri umani era stata negata più volte dalla Fda per i possibili rischi legati alla salute degli animali e degli esseri umani, e ricevuta solamente a maggio scorso. Come vi abbiamo già raccontato, infatti, tra questi c’è il pericolo di avvelenamento causato dall’uso di batterie al litio nei dispositivi destinati a essere inseriti nel cervello, la possibilità che i fili dell’impianto possano spostarsi e compromettere l’attività cerebrale o le difficoltà riscontrate nella rimozione dei chip senza danneggiare il tessuto cerebrale. Inoltre, a febbraio scorso, il ministero dei Trasporti statunitense aveva aperto un’altra indagine contro l’azienda per aver gestito in maniera pericolosa alcuni agenti patogeni, durante una collaborazione con l’Università della California.

Volontari cercasi

Come fa sapere Neuralink, i volontari che potrebbero qualificarsi per lo studio sono i pazienti con quadriplegia a causa di lesione del midollo spinale o sclerosi laterale amiotrofica, perdita della vista e dell’udito, incapacità di parlare. Inoltre, i volontari devono avere almeno 22 anni e un caregiver che sia “coerente e affidabile”. L’azienda, tuttavia, non ha ancora fatto sapere né quando si comincerà né tantomeno il numero esatto di partecipanti: inizialmente, infatti, sperava di ricevere l’approvazione per impiantare il suo dispositivo in 10 pazienti, ma, dopo i diversi rifiuti della Fda, avrebbe continuato a negoziare per un numero inferiore. Ad oggi, però, non è ancora noto quanti pazienti la Fda abbia approvato.

Lo studio

Lo studio, che avrà una durata complessiva di circa 6 anni, avrà come scopo quello di valutare la sicurezza dell’impianto interfaccia cervello-computer (Bci) e del robot chirurgico. Nel dettaglio esaminerà la funzionalità iniziale della Bci per consentire alle persone con paralisi di controllare i dispositivi esterni con il pensiero. Il robot verrà utilizzato per posizionare chirurgicamente i fili ultrasottili e flessibili dell’impianto in una regione del cervello che controlla l’intenzione del movimento. Una volta posizionato, il chip è esteticamente invisibile ed è destinato a registrare e trasmettere segnali cerebrali in modalità wireless a un’app che decodifica l’intenzione del movimento. Lo scopo iniziale, quindi, è quello di consentire alle persone di controllare il cursore o la tastiera di un computer, usando solo il pensiero. Come raccontano gli esperti a Reuters, tuttavia, anche se il dispositivo Bci si dimostrasse sicuro per l’uso umano ci vorrebbe comunque più di un decennio prima che la startup arrivi all’autorizzazione per l’uso commerciale.



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di Marta Musso www.wired.it 2023-09-20 09:59:01 ,

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