Anno nero per gli orsi, anche in Abruzzo. L’orsa marsicana Amarena non c’è più, uccisa a colpi di fucile. Sono in corso indagini per chiarire la dinamica e le responsabilità, ma i responsabili del Parco e della Regione sono sgomenti: l’orsa, benché “confidente”, non aveva mai dato segni di aggressività nei confronti dell’essere umano e i danni da lei provocati erano sempre stati risarciti.
Cosa è successo all’orsa Amarena
Per quanto è noto al momento, nella serata di giovedì (31 agosto) un uomo ha sparato all’orsa Amarena (codice di identificazione ufficiale F17) in una zona periferica di San Benedetto dei Marsi, un comune in provincia dell’Aquila e al di fuori dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Come constatato dai responsabili del Parco, l’animale è deceduto, mentre l’uomo è stato identificato dalle autorità e sono in corso indagini per chiarire la dinamica e le responsabilità. Un’ipotesi plausibile è che l’orsa si sia introdotta in una proprietà e per questo sia finita nel mirino dell’uomo.
L’animale, hanno precisato i responsabili del Parco, non si era mai dimostrato aggressivo nei confronti dell’essere umano, benché le sue abitudini fossero “problematiche”: negli anni era diventata sempre più a suo agio nei i centri abitati, che sfruttava sia per trovare cibo più facilmente (era solita, per esempio, fare incetta di frutti, da cui il nome Amarena) sia come protezione per i suoi cuccioli, per tenerli più lontani dagli orsi maschi che abitano il Parco, che avrebbero potuto ucciderli per far tornare la femmina disponibile all’accoppiamento.
L’orso marsicano
Amarena faceva parte della gente di orsi marsicani che vivono nel Parco d’Abruzzo. Gli orsi marsicani sono una sottospecie di orso bruno unica al mondo, “differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi” – si legge sul sito del Parco – , esclusiva del Centro Italia. La gente, attualmente, conta circa una sessantina di esemplari, ciascuno pregiato per la sopravvivenza di questa sottospecie a rischio di estinzione.
Gli orsi marsicani possono vivere fino a 40 anni e un maschio adulto raggiunge un peso tra i 140 e 210 kg, con una lunghezza massima di 150-180 cm. Le femmine sono più piccole. Sono animali onnivori, quindi si nutrono di un po’ di tutto, da bacche e frutta fino a insetti e piccoli animali, anche a seconda della stagione. In inverno, però, smettono di nutrirsi e passano il tempo per lo più in un riparo asciutto in una sorta di letargo: è così che resistono alle basse temperature e alla scarsità di cibo, sfruttando il grasso accumulato durante il resto dell’anno come isolante termico e come riserva energetica.
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di Mara Magistroni www.wired.it 2023-09-01 10:18:40 ,