Ovh cloud, dentro il data center che si raffredda ad acqua
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Ovh cloud, dentro il data center che si raffredda ad acqua
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RoubaixOvh Cloud è il principale fornitore europeo di servizi cloud, anche se non brilla per notorietà se confrontato all’immagine che contraddistingue Amazon Web Services o Google Cloud. Certo, le Fiandre francesi non sono la Silicon Valley, ma a Roubaix presso il quartier generale dell’azienda si percepisce un modello di sviluppo alternativo capace non solo di prosperare ma indicare una strada più sostenibile. Senza contare il tema del trusted cloud e quindi della sovranità dei dati, ovvero maggiori garanzie per il controllo e la protezione dei dati di imprese e cittadini europei.

Proprio ad aprile Ovh Cloud festeggia 20 anni di innovazione autarchica: sono gli unici nel settore a impiegare server proprietari raffreddati a liquido. Una sfida nella sfida se si considera che gestiscono 34 data center in tutto il mondo con oltre 450.000 server e vantano 1,6 milioni di clienti in oltre 140 paesi. Di fatto sono il primo operatore europeo continentale nel private cloud, il primo europeo nel public cloud e il secondo nel web cloud.

Il modello di business di Ovh Cloud per qualsiasi osservatore esterno è un susseguirsi di colpi di scena, quasi come se si assistesse a una Classica del pavè su bicicletta. Nello stabilimento di Croix gli operatori del magazzino, armati di lettori laser e fogli con elenchi di codici alfanumerici, rimbalzano a cavallo di muletti fra le postazioni di partenza dei materiali e le file di scaffali dei componenti. Da qui in effetti partono gli armadi di server protetti dal cellophane – disposti su linee diverse a seconda della destinazione – e contemporaneamente i tecnici si approvvigionano di processori, memorie, schede madre e altri elementi (fra nuovi e ricondizionati) per le operazioni di montaggio che si svolgono nell’area accanto. 150 persone dedicate alla progettazione di sistemi di raffreddamento, logistica interna, montaggio dei server nei rack e spedizione bancali.

A Roubaix invece c’è una delle server farm, dove effettivamente i rack dell’azienda riescono persino a esprimere un design industriale di inaspettata bellezza, mentre si raffreddano. Difficile trasmettere il senso di questa dimensione, ma vi è unica certezza: questa è Europa; per la precisione Le Nord della Francia, nei pressi di Lille, a pochi chilometri dal Belgio. Un luogo dove la produzione di server convive con i servizi cloud (IaaS e PaaS) e il tutto sembra aver raggiunto un equilibrio insperato, per una delle aree di Francia con il più alto tasso di disoccupazione.

Data center raffreddati ad acqua?

L’azienda francese può essere considerata una pioniera della sostenibilità poiché nasce nel 1999 per volere di Octave Klaba, un immigrato polacco dalle spiccate intuizioni ingegneristiche, che già a partire dal 2003 punta tutto su un innovativo sistema raffreddato a liquido. Un’architettura capace di dissipare in maniera efficiente il calore emesso dai componenti più energivori dei server, ovvero i processori (Cpu) e le unità di elaborazione grafica (Gpu). Un’intuizione che ha contribuito al successo, ma che inizialmente veniva considerata dall’ambiente una bizzarria.



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di Dario d’Elia www.wired.it 2023-04-12 04:50:00 ,

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