Questo stile ha poi avuto una vera e propria evoluzione diretta chiamata Hd-2D, caratterizzato da sprite in alta risoluzione uniti a background in 3D dinamici. Questa tecnica brevettata da Square Enix è presente soprattutto in molti tra gli rpg arrivati negli ultimi anni, come ad esempio il recente remake di Dragon Quest III, uno storico gioco di ruolo giapponese che ha fatto la storia di questo genere, riproposto con una grafica rinnovata e caratteristiche che ne hanno anche svecchiato il gameplay. Oltre a questo titolo, a cui nel 2025 seguiranno anche Dragon Quest I e II sempre riproposti con il nuovo stile, vanno citati anche i due Octopath Traveler e Triangle Strategy, sempre rpg che riescono davvero a incantare con la loro grafica a cavallo tra la nostalgia e i tempi moderni. La speranza è in effetti quella di vedere in futuro molti più giochi che sfruttino questo nuovo stile artistico.
Ci sono poi titoli che hanno sperimentato arrivando a creare qualcosa di unico nel panorama videoludico, e in questo caso non possiamo non citare Cuphead, l’incredibile sparatutto a scorrimento arcade che è animato in modo da sembrare un cartone animato degli anni ’30. Altro studio che è stato capace di distinguersi da questo punto di vista è Nomada Studio, che con Gris e il recente Neva ha saputo conquistare il pubblico con una componente artistica che lascia a bocca aperta chiunque guardi questi giochi.
Di esempi simili ce ne sono ancora moltissimi, e non dobbiamo dimenticare neppure le sperimentazioni in 2.5D a cui avevamo accennato in precedenza. Questa tecnica è infatti usata da molti team importanti, come Nintendo, con il recente The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, o i giapponesi di Arc System Works nel loro picchiaduro Guilty Gear, in cui sembra di giocare con personaggi in due dimensioni quando in realtà sono modelli tridimensionali.
I videogiochi in 2D, in questi ultimi anni, hanno dunque dimostrato di sapersi evolvere e andare avanti per la loro strada, affrancandosi dal peso del paragone con le loro controparti a tre dimensioni. Per quanto sempre più realistica e incredibile possa diventare in futuro la grafica dei videogiochi, questo non cancellerà il percorso che i titoli bidimensionali si sono creati nel corso del tempo, cosa che alla fine contribuisce a rendere così vario e speciale l’intero mondo videoludico.
I videogiochi sono un medium che deve molta della sua forza all’incredibile varietà di esperienze che può offrire agli appassionati: per quanto la grafica dei giochi futuri possa essere sempre più realistica e incredibile, questo non andrà a limitare il potenziale delle due dimensioni che, come fatto fino a oggi, proseguiranno per la loro strada continuando a offrire esperienze di gioco possibili soltanto grazie al fascino di una manciata di pixel.
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di Silvio Mazzitelli www.wired.it 2025-02-01 05:30:00 ,