Alzare il limite di velocità a 150 chilometri orari in autostrada avrebbe più costi che benefici e non sarebbe nemmeno un’idea originale. A dirlo è un’analisi di Altroconsumo, che boccia su consumi, inquinamento e sicurezza la proposta avanzata dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Aggiungere 20 chilometri al limite attuale, infatti, comporterebbe il 20% in più di emissioni, più rischi per gli automobilisti e un guadagno irrisorio in termini di tempi di percorrenza.
Come si apprende da un’intervista a Salvini su Radio24, tra le nuove modifiche al Codice della strada potrebbe trovarsi l’innalzamento del limite di velocità autostradale da 130 chilometri all’ora a 150. La misura riguarderebbe solo quelle tratte con almeno tre corsie, un percorso per lo più rettilineo e dotate di sistemi tutor per il controllo della velocità. Ma tale opzione è già prevista dal Codice.
L’articolo 142 prevede infatti che gli enti proprietari o concessionari possano innalzare il limite di velocità a 150 chilometri, dove siano presenti apparecchiature per il calcolo della velocità media di percorrenza. Tuttavia, a oggi nessun tratto autostradale ha mai applicato questo limite di velocità. “Per fortuna” dice Altroconsumo, perché i danni supererebbero i potenziali benefici.
Consumi più alti
Ipotizzando un tragitto di 75 chilometri, un auto che viaggia a 130 chilometri all’ora consumerebbe circa 6 litri di carburante, spendendo quindi 10,80 euro. Per fare lo stesso percorso a 150 chilometri all’ora il consumo salirebbe a 7,3 litri, con una spesa di circa 13,10 euro. In poche parole: più si va veloci e più benzina o gasolio sarà necessario consumare.
Ma quale risparmio di tempo?
Sempre immaginando il tragitto di 75 chilometri già citato, viaggiando a 130 chilometri all’ora si completerebbe il percorso in 34 minuti e 30 secondi, mentre accelerando a 150 si impiegherebbero circa 30 minuti. Un risparmio di 4 minuti e mezzo pagato 2 euro e 30 centesimi, in termini economici, e molto di più in emissioni.
Più inquinamento
Sopra i 120 chilometri all’ora, si consuma circa il 10% di carburante in più ogni 10 chilometri orari aggiuntivi e questo corrisponde in maniera direttamente proporzionale all’aumento di emissioni. Quindi aumentare il limite di velocità a 150 chilometri orari comporterebbe un aumento di emissioni di CO2 del 20% per ogni veicolo in viaggio a quella velocità, e un significativo aumento di altri agenti inquinanti come il particolato e gli ossidi di azoto.
E in termini di sicurezza?
Ci sono vari fattori per cui alzare il limite di velocità a 150 chilometri all’ora comporta un diretto pericolo per la sicurezza delle persone. Prima di tutto, lo spazio di arresto necessario a fermare completamente il veicolo in caso di necessità aumenterebbe di oltre 40 metri, passando dai 149 necessari a fermare un veicolo in viaggio a 130 chilometri all’ora, ai 192 richiesti per una velocità di 150 chilometri all’ora.
Inoltre, aumenterebbe il pericolo di sbandare, dato che all’aumentare della velocità crescono le possibilità che un veicolo sbandi, e si ridurrebbe il cono visivo del conducente, cioè la sua visione periferica, andando quindi a rendere più difficile percepire e reagire a rischi o pericoli improvvisi.
Infine, tutti questi fattori portano a un solo risultato: conseguenze più gravi in caso di incidente. Una velocità di 150 chilometri all’ora comporta infatti maggiori danni per tutti i veicoli e le persone coinvolte. Anche se si tratta di soli 20 chilometri orari in più, questi portano con sé un’energia cinetica superiore di circa 300mila joule, cioè la stessa energia necessaria per sollevare di un metro un oggetto pesante 30 tonnellate. Immaginate l’effetto di questa energia su un’auto in corsa e su un essere umano.
Tirando le somme, in base ai dati finora esposti e calcolati da Altroconsumo, aumentare il limite di velocità sulle autostrade andrebbe a beneficiare solo chi produce e vende combustibili fossili, che guadagnerebbe all’aumentare dei consumi di benzina e gasolio. Mentre ambiente e automobilisti verrebbero penalizzati con le conseguenze negative appena elencate.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-04-17 15:47:29 ,