Nel film “Gravity”, con George Clooney e Sandra Bullock, una catena di eventi catastrofici genera un’ondata di detriti spaziali capace di danneggiare qualsiasi cosa, persino disintegrare lo Space Shuttle. Causa-effetto. Ebbene, vale anche per l’aumento di anidride carbonica, che secondo gli esiti della ricerca di un gruppo di scienziati del British Antarctic Survey sta influendo sull’accumulo di detriti spaziali, nonché sull’aumento di rischi di collisioni con i satelliti.
Esattamente dal primo gennaio 2017 presso diverse basi antartiche, fra cui l’Halley VI Research Station, si sta valutando come il cambiamento climatico stia incidendo sull’alta atmosfera e tutti i conseguenti effetti collaterali negativi sulle attività spaziali.
Il cuore del problema
L’incremento della dell’anidride carbonica (CO2), il principale gas serra, contribuisce al calo della densità dell’aria nella zona più alta dell’atmosfera, tra i 90 e 500 km di altezza. Con la riduzione di questo parametro si produce, secondo gli scienziati, un conseguente rallentamento del processo di rientro dei detriti. Normalmente, infatti, i frammenti deorbiterebbero nell’atmosfera bruciando e disintegrandosi per l’attrito. Invece, come scoperto già nei primi anni dello studio, adesso stazionano più a lungo. E la prospettiva futura è ancora più inquietante, come conferma la prima proiezione realistica su cosa avverrà nei prossimi 50 anni nella zona più alta dell’atmosfera, pubblicata di recente sulla rivista Geophysical Research Letters.
Lo scenario si complica
L’industria satellitare è in costante crescita poiché i servizi di navigazione, comunicazione e osservazione sono sempre più diffusi e riguardano ogni ambito. A marzo 2021 sono stati stimati circa 5mila satelliti – tra attivi e defunti – posizionati in orbita bassa, ma il dato più eclatante è che due anni prima erano il 50% in meno. E nel prossimo decennio aumenteranno di altre migliaia di unità. Avviene anche una sorta di avvicendamento satellitare, ma quelli dismessi dovrebbero deorbitare in massimo 25 anni, secondo Inter-Agency Space Debris Coordination Committee. Il problema è che il cambiamento di densità atmosferica “introdurrà errori nella pianificazione e nei calcoli.“, come spiegano gli esperti. In pratica gli oggetti sono destinati a rimanere più a lungo in orbita e incrementare i rischi di collisione.
Ingrid Cnossen, ricercatrice del Natural Environment Research Council presso il British Antarctic Survey, ha confrontato le sue proiezioni al 2070 con gli ultimi cinquant’anni di dati e scoperto che anche nello scenario più moderato le emissioni di CO2 porteranno a una riduzione della densità della termosfera di un valore doppio rispetto al passato. Una condizione critica se si considera che l’Agenzia spaziale europea ha rilevato oltre 30mila frammenti di detriti rintracciabili nell’orbita terrestre bassa di diametro superiore a 10 centimetri e un milione di detriti di diametro superiore a un centimetro.
“È sempre più importante comprendere e prevedere in che modo il cambiamento climatico avrà un impatto su queste aree dell’atmosfera, in particolare per l’industria dei satelliti e per i referenti politici che sono coinvolti nella definizione degli standard per tale settore”, ha concluso Cnossen. “Spero che questo lavoro possa aiutare a stabilire un’azione appropriata per controllare il problema dell’inquinamento spaziale e garantire che l’alta atmosfera rimanga una risorsa utilizzabile in futuro”.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-11-16 11:28:02 ,
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Il post dal titolo: Più anidride carbonica significa anche più detriti spaziali e collisioni con i satelliti scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-11-16 11:28:02 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue