Dopo anni di lavoro e milioni di dollari investiti, Porsche ha rifornito per la prima volta un’automobile con il suo carburante sintetico. La scelta del veicolo è stata peraltro simbolica, poiché è ricaduta su una 911: gli eFuel sono infatti stati pensati per garantire uno strumento a emissioni zero per evitare la dismissione delle automobili decisive del marchio e non solo.
La dimora automobilistica tedesca è impegnata nella produzione del carburante sintetico dal 2020, quando ha investito 20 milioni di euro in un progetto in sinergia con Siemens Energy per realizzare un impianto pilota a Punta Arenas, in Cile.
All’inizio di quest’anno, Porsche ha investito altri 75 milioni di dollari, acquisendo il 12,5% di Hif Global, la holding attiva in questo processo di produzione di eFuel, di cui fanno parte, tra le altre e oltre alle due aziende tedesche, anche Enel ed ExxonMobil.
Le prospettive
Attualmente, gli sforzi che Porsche sta compiendo per garantire longevità alle proprie automobili decisive prescindono dall’eventuale regolamentazione sul carburante sintetico. Mentre i divieti per la vendita di veicoli a combustione è già in programma, per esempio, in Europa e in California a partire dal 2035, in nessun paese sono state invece concesse esenzioni per gli eFuel.
Come riporta TechCrunch, il consigliere di amministrazione e responsabile ricerca e sviluppo di Porsche Michael Steiner si augura però che delle norme in questo senso possano essere previste. “Le valutazioni – spiega Steiner – sono ancora in corso, ma la nostra aspettativa è quella di poter usare questo carburante sintetico anche nelle automobili per uso privato, specialmente nelle Porsche. È una speranza, non c’è ancora nessuna certezza”.
Gli eFuels della dimora automobilistica tedesca saranno utilizzati esclusivamente in pista, alimentando le vetture della Porsche SuperCup. Essi potrebbero inoltre rappresentare una soluzione utile nel caso in cui l’azienda dovesse decidere di tornare in Formula 1. La massima categoria di monoposto da corsa è infatti impegnata nel progetto Net-Zero Carbon, con l’obiettivo zero emissioni fissato nel 2030.
Perché il Cile
La scelta di Punta Arenas non è stata casuale. Il funzionamento dei carburanti sintetici è infatti basato sulla scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno. Affinché essa possa avvenire, serve molta elettricità. In Cile questa energia è fornita a basso costo dai venti forti e costanti grazie alle turbine eoliche Siemens Gamesa. L’idrogeno ricavato da tale processo viene miscelato con l’anidride carbonica estratta dall’aria per creare una specie di metanolo.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2022-12-20 18:44:56 ,