Qatargate, Bruxelles rinuncia alla «consegna» delle Panzeri- Corriere.it

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Author: Giuseppe Guastella
Data : 2023-01-24 21:36:47
Dominio: www.corriere.it
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di Giuseppe Guastella

Svolta dopo l’intesa tra l’ex eurodeputato e i magistrati. Il giudice belga Claise oggi a Milano

Niente carcere in Belgio per la figlia e la moglie di Antonio Panzeri che restano agli arresti domiciliari in Lombardia perché la procura federale di Bruxelles rinuncia alla loro consegna. È la svolta legata all’accordo con la magistratura belga per cui l’ex eurodeputato si è impegnato a collaborare con la giustizia rivelando tutto ciò che sa sulle «manovre a suon di mazzette in contanti» di Qatar e Marocco per influenzare la politica del Parlamento europeo. L’inchiesta è in evoluzione e si estende sempre più in Italia. In questo quadro oggi è previsto l’arrivo a Milano del giudice istruttore belga Michel Claise, che incontrerà i magistrati e gli investigatori che lavorano sul caso.

Con il pentimento, oltre ad un trattamento favorevole per moglie e figlia, Panzeri ha prima di tutto ottenuto una condanna a 5 anni di reclusione di cui uno solo da scontare in carcere, più la confisca di un milione di euro, tra cui i 600 mila trovati in dimora sua a Bruxelles. Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri sono state arrestate il 9 dicembre a Calusco d’Adda perché accusate di far parte della rete del capofamiglia. La figlia, che è avvocato, è sospettata di aver allestito con la commercialista Monica Rossana Bellina (ai domiciliari) una struttura societaria per riciclare il denaro in contanti versato dagli emissari del Qatar e Marocco.

«Panzeri è un testimone inattendibile che, nel tentativo di salvare sua figlia, sua moglie e sé stesso firmerà qualunque cosa gli sia chiesto di firmare» dichiara l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos, che difende la ex vice presidente Eva Kaili (ancora in carcere). «Potrebbe coinvolgere politici del Belgio, della Germania, della Francia», aggiunge Dimitrakoupoulos specificando che si tratta solo di «ipotesi non basate su alcuna conoscenza. Non voglio essere frainteso». La risposta dell’avvocato belga di Panzeri, Laurent Kennes, arriva a stretto giro: «Il signor Panzeri non è stato ancora ascoltato come pentito. È quindi assurdo dire che non sarebbe credibile».

Ieri Andrea Cozzolino, l’europarlamentare campano coinvolto nell’inchiesta per la quale la magistratura belga ha chiesto sia rimossa l’immunità, è comparso di fronte alla commissione Juri. I riferimenti nei suoi confronti vengono dall’interrogatorio di Francesco Giorgi che parla genericamente di rapporti di interesse tra Cozzolino e Panzeri. Le indagini hanno registrato legami con l’ambasciatore marocchino in Polonia Abderrahim Atmoun e un viaggio non confermato in Marocco dove avrebbe incontrato il capo dei servizi di Rabat. Accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Beco, l’eurodeputato campano esordisce in commissione ricordando di aver chiesto al giudice Claise di essere interrogato, ma di non aver avuto risposta, e afferma di stare vivendo «un surreale e mortificante processo mediatico» che «sta devastando me e la mia famiglia su un mero sospetto», «generico ed aleatorio». È convinto che su queste basi il Parlamento italiano mai revocherebbe l’immunità. Se dovesse avvenire a Bruxelles, ciò lo esporrebbe al rischio teorico di arresto. Sul Marocco, sottolinea di aver votato solamente una mozione, critica, sul trattamento dei migranti e che con Atmoun aveva gli stessi rapporti di «tanti altri miei colleghi», perché è stato presidente della commissione mista Marocco-Ue. Per il Qatar, un’ accusa riguarda una mail partita dal suo indirizzo in cui chiedeva al suo gruppo di votare contro una risoluzione sulla violazione dei diritti dei lavoratori delle opere dei Mondiali. Dichiara che fu il suo assistente Giorgi ad inviarla «in totale autonomia e senza il mio assenso» e che lui ha poi votato una mozione che «stigmatizzava la condotta per nulla positiva del  Qatar».

24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 22:36)

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