Ravenna, abusi su tre giovani pazienti: in carcere un infermiere di una clinica psichiatrica accreditata col Ssn

Ravenna, abusi su tre giovani pazienti: in carcere un infermiere di una clinica psichiatrica accreditata col Ssn

Ravenna, abusi su tre giovani pazienti: in carcere un infermiere di una clinica psichiatrica accreditata col Ssn



RAVENNA Accadeva in reparto e di notte, quando in giro c’erano meno occhi a captare situazioni magari sospette. Un infermiere di 31 anni, all’epoca dipendente di una clinica psichiatrica del comprensorio faentino, nel Ravennate, accreditata con il servizio sanitario nazionale, è finito in carcere con l’accusa di avere abusato sessualmente di tre pazienti poco più che ventenni.

Il giovane è stato raggiunto nei giorni scorsi da un’ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna Corrado Schiaretti, su richiesta del Pm Stefano Stargiotti, che ha coordinato le indagini dei carabinieri della locale Compagnia. Venerdì mattina, al netto dell’interrogatorio di garanzia davanti allo stesso Gip, la difesa ha chiesto una attenuazione della misura restrittiva. Il giudice si è riservato la decisione.

Secondo le verifiche portate avanti dai militari, gli abusi in particolare sono stati collocati in una manciata di mesi nel periodo che va da novembre 2022 a gennaio 2023. In seguito, per cercare di alleviare il peso che le era cresciuto dentro, una delle tre aveva fatto partire le indagini confidando cosa le era a suo avviso accaduto in reparto con quell’infermiere che avrebbe dovuto invece prendersi cura di lei.

Una volta scattata l’inchiesta sono emersi i casi delle altre due giovani: le tre vicende hanno più di recente alimentato l’ordinanza cautelare nei confronti del sospettato anche se i casi potrebbero allargarsi a un totale di cinque pazienti.

La clinica da parte sua aveva da subito attivato un procedimento disciplinare a carico dell’infermiere decidendo di sospenderlo dall’attività in via cautelare. Il 31enne aveva deciso a quel punto di dare le dimissioni dal lavoro e di intraprendere un percorso terapeutico presumibilmente per affrontare problemi personali alla base anche di quanto accaduto in reparto. Sul suo conto, i colleghi hanno restituito il ritratto di una persona attenta e ben formata dal punto di vista tecnico-professionale. Quando i militari gli hanno notificato l’ordinanza, si trovava in terapia da circa un anno.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-03-03 16:34:37 ,bologna.repubblica.it

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