È nato ufficialmente il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare, che attiva 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni all’anno a partire dal 2024, per combattere lo spreco di cibo e distribuire gratuitamente gli alimenti invenduti della grande distribuzione a circa 3 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta. La misura è stata prevista dalla legge di Bilancio 2023, grazie a un emendamento presentato dal deputato Marco Furfaro del Partito democratico.
Dopo l’approvazione dell’emendamento, il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare è stato normato tramite un decreto ministeriale del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, firmato il 30 maggio 2023. L’iter è poi proseguito con la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale, lo scorso 8 agosto, per poi entrare ufficialmente in vigore quindici giorni dopo.
Come funzionerà il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare
Come chiarisce immediatamente il nome del provvedimento, il reddito alimentare parte con una fase sperimentale della durata di tre anni, che sarà avviata nei comuni capoluogo delle città metropolitane, dove si concentra la maggior parte delle persone in condizione di bisogno. I destinatari sono individuati sulla base degli elenchi stilati dalle organizzazioni del terzo settore che operano sul territorio e dalle altre organizzazioni locali operanti nel Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead).
Dovranno però essere i Comuni stessi, tra quelli compresi nella sperimentazione, a dover presentare al ministero i progetti per accedere al fondo. Tali progetti dovranno essere realizzati in cooperazione con le organizzazioni già elencate, fornire gli elenchi di destinatari e le modalità di raccolta e distribuzione dei generi alimentari per garantire l’accesso al reddito alimentare.
Come si concretizza il reddito alimentare
Come riporta l’articolo 3 del provvedimento, infatti, per reddito alimentare si intende “la distribuzione gratuita, anche tramite gli enti del terzo settore presenti sui territori, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, donati dagli esercizi commerciali che aderiscono volontariamente alla sperimentazione”. Il successo del reddito alimentare dipende quindi anche dalla responsabilità sociale delle stesse attività commerciali e, sopratutto, della grande distribuzione, che avranno il compito di partecipare attivamente e mettersi a disposizione dei comuni che partecipano all’iniziativa.
Il monitoraggio
Per monitorare l’attuazione e l’efficacia del progetto contro lo spreco di cibo, il decreto ha istituito un gruppo di lavoro per monitorarne l’attuazione. A dirigere il gruppo sarà Paolo Onellli, a capo della Direzione generale lotta alla povertà e programmazione sociale del ministero del Lavoro, o un suo delegato. Mentre ne farà parte un rappresentante a testa per i ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, più due rappresentanti dell’Associazione nazionale comuni italiani, due rappresentanti delle organizzazioni locali parte del Fead, un rappresentante dell’Organismo intermedio dell’autorità di gestione del programma operativo del Fead e un rappresentante a testa per le associazioni di categoria Federdistribuzione, Confcommercio e Federazione italiana pubblici esercizi.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-08-28 09:46:06 ,