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di Sallustio Santori
No all’aborto, no al transessualismo a meno che la mutazione di sesso non avvenga per malformazioni ai genitali; no all’eutanasia; no all’ideologia gender; no all’utero in affitto, che anzi dovrebbe diventare un reato a livello mondiale. Incredibile ma vero, la Chiesa di Francesco si è ricordata improvvisamente della sua Dottrina e così, con Dignitas Infinita, questa dichiarazione dell’allora Congregazione e oggi Dicastero per la Dottrina della Fede (i dicasteri sono meno pomposi delle congregazioni e possono essere affidati a laici e donne, perché Jorge Bergoglio è da sempre insofferente verso le definizioni giuridiche e perché così ci si può illudere di dare il sacerdozio alle donne, cosa che non accadrà mai), dichiarazione che ha richiesto ben cinque anni di lavoro e che adesso rimette in ordine le cose.
L’apoteosi (o l’epilogo) di un pontificato confuso e confusionario
Perché è inutile girarci intorno: un conto sono le parole anguillesche dell’attuale Papa, che incontra “le sorelle trans” e prega con loro ma poi le condanna con un documento da egli stesso approvato; che si chiede “Chi sono io per giudicare?” accogliendo gli omosessuali ma poi condanna l’ideologia gender; che predica l’accoglienza incondizionata ma poi si affaccia ad augurare un felice Ramadan ai fratelli musulmani e nulla dice per la liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza parlando di “cessate il fuoco” a prescindere ma condanna la…
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di Redazione
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2024-04-09 11:35:35 ,