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Il disegno di legge con le ultime modifiche rende evidente che si punta a ridurre i poteri del presidente della Repubblica
Lentamente, si sta delineando un profilo del premierato che toglie il velo alle reticenze sul ruolo del presidente della Repubblica. Gli emendamenti che vengono approvati mostrano con maggiore chiarezza quello che per mesi la maggioranza ha negato, e alcuni ministri Proseguono a non ammettere: e cioè la riduzione dei poteri del capo dello Stato. Trasferire la decisione di sciogliere le Camere dal Quirinale a Palazzo Chigi significa toccare una sua prerogativa fondamentale. E insieme con l’elezione diretta del premier cambia gli equilibri costituzionali.
L’accelerazione su questa riforma e sull’autonomia regionale differenziata dà qualche indicazione sugli scenari. La prima è che il patto di scambio tra il premierato voluto dalla premier Giorgia Meloni e il regionalismo imposto dal suo vice leghista Matteo Salvini regge. La seconda è che le tappe forzate impresse al dibattito parlamentare sono legate alla scadenza elettorale di giugno, ma vanno oltre. La terza è che il traguardo al quale guarda in particolare FdI non è tanto l’approvazione in Parlamento, ritenuta improbabile per i «no» avversari, quanto il referendum.
D’altronde, di fronte a una situazione di bilancio in bilico, un Documento di Economia e Finanza nebuloso e l’incognita degli equilibri europei, le riforme diventano uno dei pochi obiettivi…
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di Massimo Franco
www.corriere.it
2024-04-10 19:12:56 ,