Mentre Proseguono ad allentarsi le restrizioni anti-Covid torna a preoccupare l’andamento dei contagi. Gli ultimi report sul monitoraggio della pandemia, pubblicati tra il 6 e il 7 ottobre sia dall’Iss che dalla Fondazione Gimbe, parlano di una risalita sostanziosa dei casi in tutta la penisola. Secondo i dati raccolti da Gimbe, nella settimana 28 settembre – 4 ottobre c’è stato un aumento del 51,9 % dei contagi, seguito da un balzo dei ricoveri ordinari (+31,8 %) e da un incremento nell’occupazione delle terapie intensive del 21,1 %, dopo oltre due mesi di calo. Anche l’Iss segnala un indice di contagio e un’incidenza dei casi in grande crescita e un incremento anche di tutti i tassi di occupazione delle aree mediche, dai reparti ordinari alle terapie intensive. Intanto, la campagna vaccinale fatica a riprendere il ritmo, anche con la quarta dose: sebbene il 5 ottobre si sia raggiunto il record giornaliero di oltre 34 mila somministrazioni, l’ultimo report della Fondazione Gimbe parla di un calo settimanale dei nuovi vaccinati e di un tasso di copertura nazionale per le quarte dosi fermo al 17,7 % della platea di persone vaccinabili (over 60 e fragili), con un aumento solo dello 0,7 % rispetto alla settimana precedente. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi e professore di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, spiega a Open che ci troviamo di fronte a una nuova onda di contagi che è per il momento sotto controllo, ma che non va sottovalutata.
Professore, siamo alle porte di una nuova ondata?
«Assolutamente, anche se è più appropriato parlare di onda, piuttosto che di ondata. A mio parere, ma anche sulla base di dati storici, siamo in una fase di transizione tra pandemia ed endemia. Quindi assistiamo a un andamento a onde di risalita e discesa che, salvo l’insorgenza di qualche nuova variante particolarmente aggressiva, saranno onde che andranno lentamente a digradare, come quelle di un sasso in uno stagno. Ma è innegabile che un rialzo ci sarà: i modelli matematici ci dicono che entro 50 o 60 giorni si potrebbe arrivare a una curva a campana con 90mila casi al giorno. I motivi per i quali il virus ha ripreso a circolare più velocemente sono sempre gli stessi: la riapertura delle attività, delle scuole e lo sbalzo termico con l’arrivo dell’inverno».
Sono tornate ad aumentare anche le ospedalizzazioni, soprattutto i ricoveri in terapia intensiva…
«Come sappiamo il virus tende a essere sempre meno invasivo, ma continua la sua opera di propagazione e i immunizzazioni non evitano la reinfezione, ma proteggono nella maggior parte dei casi dalla malattia più grave. L’aumento delle ospedalizzazioni è “normale” in quanto proporzionale all’incremento dei contagi. È piuttosto la dimostrazione che chi parla di “ricoverati con Covid e non per Covid” dice una sciocchezza. Ovvio che in ogni paziente il Covid può essere corroborato da patologie pregresse, ma il ricovero è conseguenza dell’infezione. L’aumento tra l’altro è più evidente in terapia intensiva».
La situazione è ancora sotto controllo?
«È chiaro che ora possiamo stare più liberi, ma non bisogna abbassare la guardia. È importante mantenere alta l’attenzione e soprattutto procedere con una pianificazione di scenari teorici. L’impatto sul servizio sanitario sarà diverso rispetto a prima, ma dipenderà dalla quota di persone che vorranno fare la quarta dose. Bisogna ribadire l’importanza del richiamo, anche perché solo il 17 % delle persone a rischio ha fatto la quarta dose e sappiamo che anche coloro che si sono vaccinati o sono guariti negli ultimi mesi stanno perdendo la protezione. C’è anche la possibilità di sottoporsi al booster in concomitanza con il vaccino antinfluenzale. È importante farlo, perché ci aspetta una florida stagione di virus influenzali che andranno a mescolarsi al Covid. È già successo ad agosto nell’emisfero australe, dove hanno vissuto la stagione peggiore degli ultimi cinque anni».
Abbiamo appena rimosso le mascherine anche dai mezzi pubblici. Dobbiamo già pensare a un dietrofront?
«No. Dico “menomale” che non è stato abolito l’obbligo negli ospedali e nelle Rsa, ma comunque nelle altre situazioni non sono state vietate: usiamole nelle situazioni di rischio anche se non sono obbligatorie. Tra l’altro sarebbe inutile imporre una disposizione che già negli ultimi periodi era difficile far rispettare, soprattutto sui mezzi pubblici. Per ora è importante mantenere alta l’attenzione all’igiene e ai più fragili, per i quali la raccomandazione a vaccinarsi è forte. Ma per il momento non ci sono nemmeno i presupposti per tornare a una vaccinazione obbligatoria o al Green pass».
Fratelli d’Italia ha già dato delle anticipazioni sulla loro strategia Covid al governo. Si è parlato di stop alla quarantena per gli asintomatici e all’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. Ma c’è stata anche una generale critica a come è stata gestita finora la pandemia, a un approccio definito ideologico che loro sostituiranno con un approccio più scientifico. Cosa ne pensa?
«Queste mi sembrano più che altro posizioni da campagna elettorale. Chiaramente è la speranza di tutti che si possa procedere con misure del genere e se tutto andrà come nelle migliori previsioni si farà. Sono dichiarazioni di ottimismo, ma sono impegnative nella loro effettiva applicazione. Bisognerà vedere poi di fronte a una realtà difficile cosa si deciderà di fare. Spero si proceda con ragionevolezza. Per quanto riguarda la gestione della pandemia da parte dei governi precedenti, a posteriori è facile dare giudizi sulle misure prese. Ma nel momento emergenziale ogni struttura amministrativa italiana si è trovata in una situazione estremamente difficile ed è stato necessario fare delle scelte. Critico il fatto di dire che siano stati fatti degli errori, vista la grave emergenza affrontata».
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Scritto da Michela Morsa perwww.open.online il 2022-10-07 14:36:14 ,