Scuola, dal Pnrr 2,1 miliardi da spendere in tecnologia. Ma non sa come fare
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Scuola, dal Pnrr 2,1 miliardi da spendere in tecnologia. Ma non sa come fare
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La scuola deve anche scegliere se puntare su pochi progetti, dotandoli delle tecnologie più avanzate, o distribuire i fondi in modo più capillare. Una sala immersiva, dice Luzzi, può oscillare tra i 30mila e i 50mila euro. Non che i soldi manchino. Per fare alcuni esempi, l’istituto Ciampoli Spaventa di Atessa, in provincia di Chieti, tra Classrooms e Labs si ritrova in mano oltre 440mila euro. A Cetraro, nel Cosentino, il locale istituto di istruzione superiore ne ha in dote altri 424mila. L’Adriano Tilgher di Napoli ne prende 292mila solo per la voce classi, al Valeriani di Bologna ne arrivano 435mila. A cui aggiungerne 164mila per i laboratori. E, dopo aver acquisito la tecnologia, bisogna saperla far funzionare, aggiornando le competenze dei docenti. Fondi dedicati sono in arrivo. Oltre a pianificare come investire le risorse, le scuole devono stare attente ai prezzi. La valanga di denari pubblici ha spinto al rialzo le quotazioni. “C’è un aumento fisiologico di circa il 10% legato all’inflazione – spiega Luzzi -. Ma in taluni casi si assiste a un rincaro del 10%-15% non giustificati”.

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Questione di tempi

Non tutto è fermo. “Le scuole più organizzate si stanno muovendo per far partire gli ordini, che permetterebbe di avere il materiale già a settembre/ottobre”, osserva Modugno. Ma anche chi è indietro non può tergiversare oltremodo, perché in arrivo sulle scrivanie ci sono altri soldi. Tra cui 1,5 miliardi contro la dispersione scolastica, che, spiega De Conca, “sono in ritardo perché manca un necessario chiarimento per capire se possono essere usati per pagare il personale”. E poi il Pnrr alloca 1,5 miliardi alla riforma degli istituti tecnici superiori (Its), 800 milioni alla didattica digitale, compresa la formazione del personale, 1,1 miliardi per rafforzare lo studio delle materie scientifiche, 560 milioni per estendere il tempo pieno. E poi i 4,6 miliardi per asili e nidi, i cui avvisi sono stati già prorogati al 20 giugno, 400 milioni alle mense, 300 milioni per lo sport, 800 milioni per costruire nuove scuole e 3,9 miliardi per mettere in sicurezza l’esistente.

Il bando Scuola 4.0 è un’occasione unica, le scuole faranno di tutto per arrivarci”, osserva De Conca. La palla ora è in mano al ministro Valditara, a cui spetta decidere se dare più tempo per i progetti. Con le conseguenze che si possono immaginare sulle scadenze del Pnrr. Lo chiede anche il sindacato Dirigenti Scuola, che punta il dito contro procedure farraginose. Anche a chiudere i progetti entro il 30 giugno, mica il lavoro è finito. Tocca poi procedere a bandire le gare, contattare i fornitori, attivare le varie piattaforme informatiche per la rendicontazione delle spese. “Questi soldi sono tanti o mai abbastanza – chiosa Russo –. Il tema è avere visione e fare investimenti coordinati nel tempo“. Per una scuola costantemente sotto finanziata, ritrovarsi 2,1 miliardi solo per la voce tecnologia è una manna dal cielo. E al tempo stesso una sorta di kryptonite che ne fa venire a galla tutte le debolezze. Lo riassume bene Giannelli: “Ci troviamo nel paradosso per cui la nostra scuola, che soffre da sempre di carenza di risorse, ha il problema opposto: troppe risorse che non sa come spendere.



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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-05-31 05:00:00 ,

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