L’algoritmo non ha riconosciuto le tutele riconosciute dalla legge 104. Ha assegnato meno ore del previsto agli insegnanti, con un conseguente taglio dello stipendio. Ha bloccato i ripescaggi, lasciando cattedre scoperte. Ci sono volumi mesi per sanare i problemi, specie nelle grandi città, come Milano, Roma, Bologna, Torino e Napoli. E in taluni casi non è stato possibile.
Con il fiato sospeso
Per questo i sindacati sono sul chi va là. Vogliono verificare l’esito dell’algoritmo in casi sensibili come il completamento della cattedra, evitando casi di spezzoni in scuole diverse, la tutela della 104, il rispetto di part time. Ma non potranno che farlo a giochi chiusi, quando ormai l’algoritmo ha smistato nomi e cattedre.
Quest’anno, spiega De Conca, ci sono oltre 100mila cattedre da assegnare, tra le supplenze e altri 80mila riguardano i posti in deroga per il sostegno. Non solo. Quest’anno l’algoritmo dovrà tenere conto anche dell’immissione dalle graduatorie di tre concorsi (due ordinari e uno straordinario). Sono 50.807 i posti autorizzati, su 81.023 da colmare. Una confluenza di richieste con diversi ordini di priorità. Magari avanzate da una stessa persona, che si candida per un’immissione in ruolo, ma se questa si concretizza al capo opposto del paese, preferisce ripiegare su una supplenza. L’algoritmo, tuttavia, non riesce a gestire queste variabili, perché non ha informazioni sul contesto familiare e personale dei candidati.
Non solo: se per le supplenze c’è tempo per presentare domanda fino alle 14 del 31 luglio, l’immissione in ruolo, aperta dal 18 luglio, si chiude il 25. “I tempi sono serrati – osserva De Conca -. Le procedure così compresse rischiano di generare caos“. Peraltro con scuole strette tra la fine degli esami, i corsi di recupero e la chiusura, e uffici scolastici regionali che non hanno personale a sufficienza per far fronte a questi compiti. In quello lombardo, dove ballano circa 11mila posti, sono in servizio due persone.
Ancora domande
Il ministero ha provato a semplificare la procedura. L’ha inserita a bordo di Io, l’app dei servizi della pubblica amministrazione. Altrimenti si usa la piattaforma Polis, attraverso cui vanno inviate anche le richieste di contratti a tempo determinato. Si possono scegliere insegnamenti e sedi, prima di inoltrare la richiesta. Wired ha chiesto al ministero ragguagli su come ha corretto gli errori che hanno compromesso il buon funzionamento dell’algoritmo l’anno scorso e se siano stati chiesti risarcimenti ai fornitori rispetto ai problemi sorti l’anno scorso, senza ricevere risposta prima della pubblicazione di questo articolo. Non è andata a buon fine nemmeno una richiesta di chiarimenti a Dxc, che con il dicastero guidato da Giuseppe Valditara ha un contratto per sviluppare applicativi da 32 milioni complessivi (finora ha incassato 15 milioni).
“Siamo fiduciosi – conclude De Conca -. Per metà agosto sapremo come è andata. Con questi numeri è impossibile fare queste operazioni in presenza, però non ci si possiamo neanche permettere di andare alla cieca. Per le nomine alla supplenza si sceglie la sede senza conoscere le disponibilità”. Solo tra qualche settimana si saprà se l’algoritmo ha sbrogliato la matassa. O se per le nomine nella scuola è in arrivo un altro autunno di fuoco.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-07-20 05:00:00 ,