Non mancano le sfide, spalmate lungo tutta la catena: dall’estrazione delle terre rare ai processi produttivi molto sofisticati, al momento in mano a una manciata di aziende in tutto il mondo. Senza contare le ricadute ambientali e l’alta intensità energetica della produzione. Da questo si coglie l’importanza della ricerca nel settore, anche di base: trovare soluzioni e progettazioni alternative anche per ricalibrare gli equilibri geopolitici. L’European Chips Act prevede non a caso notevoli finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, la costruzione di nuove fabbriche (anche e soprattutto in partnership con colossi del settore) e la formazione di nuove professionalità.
In Europa 104mila articoli, oltre la metà da collaborazioni internazionali
Guardando agli ultimi 20 anni in Europa (considerando i paesi dell’Unione insieme a Svizzera, Norvegia e Regno Unito), si nota una crescita non lineare della produzione accademica intorno alle tematiche dei semiconduttori, con le punte maggiori dopo il 2008 e dopo il 2020, in linea con il trend mondiale. Dal 2017, autori europei compaiono nel 25% di tutta la ricerca pubblicata sui semiconduttori, con circa 104mila articoli accademici, il 54% del quale pubblicato con collaborazioni internazionali. Quest’ampia produzione scientifica colloca appunto l’Europa al secondo posto al mondo dopo la Cina pur se a debita distanza. Guardando alle università più attive, il Politecnico di Milano è la prima università italiana a comparire nella classifica, al 15esimo posto con 1.220 pubblicazioni. Tra le aziende europee che pubblicano ricerca in questo settore, Leonardo è la prima italiana ad apparire nella lista delle 100 aziende europee più prolifiche, al 42esimo posto con 35 paper.
Oltre 56mila articoli internazionali sono pubblicati da autori europei (54% del totale). La maggior parte dei paesi europei collabora con i loro vicini europei, mentre, al di là dell’Europa, gli Stati Uniti si posizionano al primo posto con 11.657 articoli collaborativi, seguiti dalla Cina con quasi 10mila. Taiwan ha 884 articoli di questo genere con l’Europa.
Quanto ai brevetti, la Germania resta il paese europeo con il portafoglio più grande, nonostante sia diminuito in dimensioni e competitività negli ultimi anni. Il Regno Unito e la Francia occupano il secondo posto. L’Italia invece, sebbene abbia un portafoglio piccolo e stabile, ha visto il proprio livello di competitività aumentare, in un’accelerazione che va in direzione opposta a Regno Unito, Germania, Francia e alla maggior parte degli altri paesi UE.
Italia: collaborazioni internazionali oltre la media europea
Tra il 2017 e il 2022 ricercatori e istituzioni italiane hanno pubblicato circa 12.500 articoli correlati alla ricerca sui semiconduttori, mostrando un andamento stabile negli anni. La qualità della ricerca è piuttosto buona, con un indice di citazioni (Fwci) di 1.25, poco al di sotto della media nazionale di 1.43. In media, la collaborazione internazionale dell’Italia è leggermente superiore alla media: il 47% delle sue ricerche è in collaborazione con partner internazionali – la media per l’Ue 27 è del 42% – e, nel caso della ricerca sui semiconduttori, raggiunge addirittura il 58%. I due maggiori partner sono Germania e Stati Uniti. Seguono da vicino Francia e Regno Unito. Gli articoli con collaborazioni internazionali mostrano un Fwci complessivamente più elevato – di 1,41 per gli articoli con co-autori internazionali rispetto a 1,07 per le sole collaborazioni nazionali.
La corsa di Cina e Usa e la rincorsa dell’India
A livello globale vediamo negli ultimi 20 anni una forte crescita, con rallentamenti solo temporanei. Soprattutto, si osservano un cambiamento di leadership dagli Stati Uniti alla Cina e una rapida ascesa dell’India. Tra il 2017 e il 2022, la Cina ha infatti staccato gli altri paesi a livello mondiale, con un totale nel periodo considerato di circa 144mila pubblicazioni e avvicinandosi nel solo 2022 alle 30mila. Lo scorso anno era dunque in testa con quasi tre volte la quantità di ricerca degli Stati Uniti e quasi il doppio di quella dell’UE. L’India mostra una crescita significativa, soprattutto se si considera che, se nel 2012 pubblicava appena un quarto degli Stati Uniti, nel 2022 il paese ha raggiunto i livelli della ricerca statunitense, con un volume complessivo tra 2017 e 2022 di circa 49mila pubblicazioni, che nel quinquennio la collocano al terzo posto.
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di Simone Cosimi www.wired.it 2023-07-06 12:42:09 ,