«Soldi, soldi, soldi». La campagna su flat tax e pensioni- Corriere.it

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di Cesare Zapperi

Per il capo del Carroccio, al Teatro della Versiliana, va cambiato il paradigma: «La vera emergenza non è quella dei diritti ma abbassare le tasse per creare lavoro vero»

A sinistra ddl Zan, ius scholae e cannabis libera. A destra tasse, pensioni, cartelle esattoriali. «Soldi, soldi, soldi»: Matteo Salvini fa il verso ad una vecchia canzone per lanciare la sua campagna elettorale. Per il segretario leghista va cambiato completamente il paradigma. Prima dei diritti vengono le condizioni economiche dei cittadini nella visione che spiega al pubblico accorso ad ascoltarlo in un umidissimo pomeriggio al Teatro della Versiliana.

Il segretario della Lega cala una ad una tutte le carte della sua piattaforma programmatica, non prima di aver ammonito i presenti: «Guardate che anche se i sondaggi ci danno in vantaggio

come centrodestra non abbiamo già vinto. Votate e fate votare, chi si astiene aiuta la sinistra». Per dare sostegno alle possibilità di vittoria Salvini parte dalla flat tax
(oggi applicata alle partite Iva fino a 65 mila euro), da estendere ai lavoratori dipendenti «e in prospettiva ai pensionati».

«La vera emergenza non è quella dei diritti — spiega il leader del Carroccio — ma abbassare le tasse per creare lavoro vero. Il Partito democratico dice che non si può fare. Invece, da un lato già c’è, e dall’altro la tassa piatta è applicata in molti Paesi del mondo. Peccano di ignoranza». E se su questo tema strappa applausi, la platea appare meno convinta quando il discorso cade sull’intervento di pacificazione fiscale (leggasi condono o abbuono) che per Salvini è «necessario, urgente e doveroso» perché, dice, sono in partenza cartelle esattoriali per 15 milioni di italiani. Riduzione delle tasse e pace fiscale «sono due delle priorità economiche che mi impegno ad inserire nell’agenda di governo nei primi 100 giorni» promette il segretario. Che poi rilancia un suo storico cavallo di battaglia: la guerra alla legge Fornero. «Per me eliminarla è una questione morale prima che politica. Va azzerata per passare a quota 41».

Per contro, il reddito di cittadinanza
, varato dal governo M5S-Lega, va profondamente modificato: «Ha funzionato dal punto di vista assistenziale — ammette Salvini — ma è stato un fallimento per quel che riguarda il reinserimento nel mondo del lavoro». E ci scappa la battuta versiliese: «I navigator li ho visti prendere il sole al bagno Piero…».

Sempre in tema di soldi, argomento che ha sempre una certa presa sui cittadini elettori, ecco la proposta («che ho suggerito al presidente del Consiglio Draghi ma non se n’è fatto nulla») di «azzerare l’Iva sui beni di prima necessità: pane, latte, verdura. Costerebbe un miliardo all’anno, non mi pare una spesa insostenibile». Infine, per chiudere con i temi legati all’economia, Salvini si dice convinto della necessità non di modificare ma di «riscrivere il codice degli appalti, altrimenti il 50 % degli investimenti previsti dal Pnrr non lo vedremo mai».

Così come, la pubblica amministrazione deve cambiare atteggiamento rispetto alle richieste del cittadino: «Serve il silenzio assenso. Se non mi dai una risposta
entro un certo termine sono autorizzato ad agire». Ma è chiaro che nel lungo intervento in terra versiliese, prima del rito dei selfie tornato come ai vecchi tempi, c’è spazio anche per i temi più squisitamente politici. «Con Giorgia e Silvio dovremo governare per cinque anni — assicura il segretario del Carroccio —. Noi abbiamo scelto con convinzione di unirci, gli altri avete visto che spettacolo di litigi hanno dato. I ruoli nel governo? Lo decideranno gli italiani. Chi fa cosa lo stabiliranno loro con il voto».

E a questo proposito in giornata c’è da registrare, sul Foglio, una piccola stoccata dell’ex segretario leghista Roberto Maroni: «Tifo per Meloni premier e per Salvini al Viminale, ma si dimentichi il Papeete». Salvini assicura che il centrodestra a Palazzo Chigi porterà anche l’Autonomia cara ai governatori del Nord. «È necessaria se vogliamo un’Italia che cresca e che punti in alto. Bisogna crederci». E sul «Credo» — parola d’ordine della campagna elettorale che ha attirato le critiche del mondo cattolico
— il leader leghista chiude distensivo: «Credere è un verbo straordinario. Significa avere fiducia in sé stessi e nel futuro».

17 agosto 2022 (modifica il 18 agosto 2022 | 00:35)



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Cesare Zapperi , 2022-08-17 21:51:47 ,

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