di Raffaele Angius, Riccardo Saporiti, Luca Zorloni
In alcuni casi non tutte queste informazioni erano disponibili. Chi è a conoscenza dell’acquisto e dell’installazione di telecamere cinesi in uffici e luoghi pubblici in Italia non ancora registrati dal censimento di Wired, può contribuire inviando alla redazione le informazioni attraverso tutti i canali a disposizione. Se è necessario, per comunicare con un più alto livello di sicurezza e confidenzialità, si può usare la nostra piattaforma per le segnalazioni anonime, WiredLeaks.
Stando ai dati raccolti da Wired, il maggior numero dei punti ricade sotto l’appalto del ministero della Giustizia per aggiornare le apparecchiature di sorveglianza delle sale intercettazioni: 1.105 telecamere sono state collocate in 134 Procure. Altre 545 sono state acquistate da Comuni, per usi che vanno dal controllo delle strade alla vigilanza di luoghi pubblici come parchi e biblioteche.
Ci sono poi municipalizzate, aziende sanitarie e, in cima alla lista, i ministeri. Oltre all’appalto bandito da quello della Cultura per la sorveglianza interna della sede centrale del Collegio Romano, quello della Salute ha acquistato una telecamera di tecnologia cinese per il Comando dei carabinieri per la tutela della Salute a Roma. Altre 25 controllano gli uffici del ministero dell’Interno a Palermo. Nel complesso, la spesa complessiva degli appalti monitorati da Wired è stata di 15 milioni e 37mila euro (di cui 25mila relativi alla stima di installazione nelle procure lucane).
Cosa rispondono dagli uffici pubblici
A spingere la diffusione delle telecamere cinesi negli uffici pubblici italiani è il bando per la videosorveglianza di Consip del 2017, che le adotta come prodotto.
Wired ha contattato tutti gli enti pubblici censiti (salvo il ministero della Cultura, già sentito per l’inchiesta di luglio), inviando loro una serie di domande volte a capire lo stato di aggiornamento degli impianti di videosorveglianza cinesi. Il Comune di Sinalunga, fanno sapere dalla municipale, ha completato una delle installazioni più recenti, a giugno del 2021: “Le telecamere dell’impianto di videosorveglianza sono tutte in funzione” e “alla data odierna non è in programma l’ammodernamento delle telecamere”. In ogni caso nessun problema per la sicurezza è a loro noto, assicurano. Lo stesso vale per l’Arpa Emilia-Romagna.
Le altre amministrazioni non hanno risposto alla richiesta di commento di Wired.
Una controversia geopolitica
Il censimento di Wired fotografa la diffusione a tutti i livelli dei sistemi di videosorveglianza made in China. Sistemi tecnologicamente avanzati e con un buon rapporto qualità-prezzo, ma finiti nell’occhio degli apparati di sicurezza dei governi per la contiguità tra i due campioni del Dragone, Hikvision e Dahua, e Pechino, che attraverso sue controllate ha partecipazioni nelle due aziende, considerate tra i principali operatori del settore a livello globale.
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www.wired.it
2022-01-17 06:00:00