«Traffico internazionale di virus Indagata virologa Ilaria Capua» titola l’articolo di PadovaOggi.it condiviso via Facebook, come nel gruppo Siamo tutti Stefano Puzzer, dove diversi utenti si sfogano contro la ricercatrice. Non si rendono conto che l’articolo è del 2014 e che, a seguito dei dovuti accertamenti, Ilaria Capua è stata assolta dalle accuse. Non solo, se oggi abbiamo una risorsa in più per studiare i virus (incluso il Sars-Cov-2) il merito è della stessa ricercatrice per quello che ha fatto.
Per chi ha fretta
- Nel 2006, Ilaria Capua depositò la sequenza genetica di un ceppo dell’influenza aviaria (H5N1) nel database open access di GenBank. Venne aperta un’indagine nello stesso anno dalla procura di Roma, accusando la ricercatrice e virologa di “diffusione di epidemia”.
- Nel 2014 l’Espresso pubblica la notizia delle indagini attraverso dei documenti aggiornati al 2010.
- Nel 2016 il caso venne archiviato in quanto «il fatto non sussiste».
- Il gesto della ricercatrice diede il via a un processo di trasparenza delle informazioni per lo studio dei virus.
Analisi
Riportiamo di seguito il post pubblicato nel gruppo “Siamo tutti Stefano Puzzer” con alcuni dei commenti:
Damiano: «L ergasto gli dovete dare a sta zoccola no indagarla per poi non fargli un cazzo»
Marinella: «Condivido Ergastolo per la zoccola.»
Anna: «Sta ..non ci sono parole per definirla ..»
Giuseppe: «veterinaria da quattro soldi spacciata per grande scienziata»
Circolano, inoltre, degli screenshot dell’articolo senza riportarne il link, elemento utile per scoprire che si tratta di una pubblicazione del 2014 e non del 2021. Riportiamo di seguito un esempio:
L’articolo è stato condiviso in altri gruppi, come “La verità live…“, dove vengono riportate accuse pesanti e infondate: «laria Capua: veterinaria , ma in Italia definita scienziato,virologo e uno dei massimi esperti da ascoltare in materia covid e vaccini. Indagata per traffico internazionale di virus, cioè ha partecipato a ‘spostare’ virus a livello mondiale, così da creare epidemie e di conseguenza far aumentare gli introiti delle ditte farmaceutiche… guarda caso il marito fa parte delle industrie farmaceutiche…».
La diffusione della presunta “notizia odierna” viene riportata anche in forma testuale, come nel post dell’utente “Celestino” del 17 novembre 2021 (poi ripreso in altri post):
Il post attuale di Celestino riporta una introduzione («Racconto di pura fantasia, tratto da vicende reali.») non presente nella sua versione originale, recuperabile tramite la cronologia delle modifiche:
La notizia del 2014
L’articolo di PadovaOggi.it riporta quanto pubblicato dal settimanale l’Espresso, ossia che Ilaria Capua risultava indagata, insieme ad alcuni funzionari dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale(IZS), per una serie di reati come “diffusione di epidemia” (art. 438 del Codice Penale) e associazione a delinquere.
Secondo quanto riportato dal settimanale nell’inchiesta «Trafficanti di virus», la ricercatrice e virologa era sospettata di aver creato e diffuso alcuni virus (influenza aviaria) per favorirne la produzione di vaccini con la complicità di alcune case farmaceutiche. Il caso venne archiviato.
Che cos’era successo
Nel 2006, periodo in cui operava come direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (titolo che No Vax e detrattori preferiscono non associare alla ricercatrice, definendola semplicemente “veterinaria”), Ilaria Capua depositò la sequenza genetica di un ceppo dell’influenza aviaria (H5N1) nel database open access di GenBank anziché in uno “chiuso”, rendendolo di fatto pubblico al mondo.
Gli sviluppi dell’indagine
I documenti risalgono al 2010, ma le indagini risalgono al 2006 quando venne aperto il fascicolo da parte del procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo.
Ilaria Capua venne sentita dallo stesso procuratore nel 2007 e le indagini si fermarono nel 2010, senza che venisse emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Le informazioni riportate da l’Espresso riguardano i documenti del 2010, ben quattro anni prima della pubblicazione dell’articolo. L’inchiesta venne trasferita a Verona nel 2015 per poi essere archiviata nel 2016 in quanto «il fatto non sussiste».
L’eredità del caso Capua
La pubblicazione della sequenza genetica del virus in un database open access diede il via a un’operazione di trasparenza dei dati, promossa proprio da Ilaria Capua in un articolo pubblicato nella rivista scientifica Nature del 2006.
Durante la pandemia Covid-19 la trasparenza dei dati sul virus è risultata essenziale, in quanto la condivisione delle informazioni ha permesso agli scienziati e divulgatori di studiarne gli sviluppi (varianti). Non solo: quando sentiamo parlare della bufala del “virus mai isolato“, da parte di qualche personaggio seguito negli ambienti del negazionismo della Covid, viene prontamente smentita proprio da questi database pubblici.
Conclusioni
Il link e gli screenshot dell’articolo di PadovaOggi.it condivisi nel 2021 risultano del tutto fuori contesto, utili soltanto a denigrare la figura della ricercatrice italiana prosciolta dalle accuse nel 2016.
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Scritto da David Puente perwww.open.online il 2021-11-20 08:24:11 ,