Waltz, un fedelissimo e un falco
Con Waltz – 50 anni, ex berretto verde delle forze speciali, ufficiale della Guardia Nazionale, veterano della guerra in Afghanistan, deputato della Florida – Trump ha sistemato anche la seconda casella delle tre che compongono la squadra della politica estera americana: segretario di Stato, segretario alla Difesa e consigliere per la Sicurezza nazionale.
Waltz, 50 anni e trumpiano di ferro, è considerato un sostenitore del muro contro muro con la Cina: un falco della politica estera che ha duramente criticato le mosse di Pechino nell’Asia-Pacifico, arrivando a suggerire che gli Stati Uniti devono essere pronti a un conflitto nella regione. E guardando alla sicurezza nazionale in senso ampio ha già consigliato a Trump di ridurre la dipendenza dalla Cina sui minerali strategici. Si è anche espresso in modo molto critico sulla Nato e sul contributo degli alleati alla sicurezza collettiva, così come sul sostegno all’Ucraina. In un suo recente articolo ha dichiarato che «l’era degli assegni in bianco a Kiev e finita».
Waltz, ex berretto verde, il corpo speciale dell’esercito, e pluiridecorato, sarà la figura più vicina a Trump nella politica estera: la poltrona di consigliere di sicurezza nazionale non richiede conferma parlamentare, ma coordina le posizioni dei diversi ministeri e mette in atto le priorità della Casa Bianca. Non a caso Trump licenziò tre consiglieri alla Sicurezza durante la sua prima gestione, per controversie o perchè non allineati con lui.
Niente polemiche al Pentagono
Per il Pentagono, Trump è alla esame di un generale fedele, non ingombrante, pronto a eseguire gli ordini. Una decisione è attesa nei prossimi giorni, i nomi dei candidato vanno da figure note dell’esercito a una lista di fedelissimi della prima gestione Trump, tra i quali sembra spiccare il generale in pensione Keith Kellogg, 80 anni, già nella Sicurezza nazionale fino al 2020. È stata invece stroncata ancora prima di prendere forma la candidatura dell’ex segretario di Stato, Mike Pompeo: Trump lo ha liquidato con un post sui social.
Ma anche il nuovo capo del Pentagono, nella visione del presidente eletto, dovrà soprattutto giurare di seguire e affiancare il commander in chief senza obiezioni. Trump vuole sfuggire gli intralci e le polemiche che, nel suo primo mandato, lo costrinsero a cambiare quattro volte il segretario alla Difesa: ex ufficiali e ed esperti di strategie militari si susseguirono sulla stessa poltrona per poi dimettersi o essere licenziati, a volte rimanendo in carica per periodi brevissimi, spesso mostrando qualche resistenza alle direttive che arrivavano dalla Casa Bianca.