Un anno senza Gigi Proietti. Intanto in sala arriva l’ultimo film Mattatore al cinema, in teatro e in tv


Artista geniale, istrionico, poliedrico. Gigi Proietti se n’è andato il 2 novembre di un anno fa, nello stesso giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni, di cui più di 55 passati sui palcoscenici di tutta Italia. Commuove che proprio a un anno dalla sua morte Proietti torni a vivere almeno sugli schermi, in Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone, in sala il 3 novembre, e nel bel documentario “Luigi Proietti detto Gigi”, di Edoardo Leo. Dai primi passi al successo Proietti mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo già a quattordici anni quando fu scritturato come comparsa nel film ‘Il nostro campione’, diretto nel 1955 da Vittorio Duse, per poi interpretare un altro piccolo cameo in ‘Se permettete parliamo di donne’ di Ettore Scola nel 1964. Nel 1966 il debutto sul grande e piccolo schermo. In ogni caso il suo primo ruolo, per una curiosa coincidenza, è stato quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trent’anni dopo lo avrebbe portato alla grande notorietà con ‘Il Maresciallo Rocca’.

Icona del teatro e dello spettacolo italiano, Proietti in un’intervista rivelò di non essere stato inizialmente interessato al mondo del teatro: “Assolutamente no! A teatro non c’ero mai stato e poi non ero figlio di attori”. Iscrittosi per caso al Centro Teatro Ateneo, studiò con personaggi di spicco come Arnoldo Foa’, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. Da lì la scalata verso il successo teatrale che arrivò per la prima volta nel 1970 quando fu chiamato a sostituire Domenico Modugno, nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini ‘Alleluja brava gente’.

Negli anni ’70 arrivano anche i ruoli da protagonista al cinema in ‘Gli ordini sono ordini’ (1970), ‘Meo Patacca’ (1972), ‘Conviene far bene l’amore’ (1975), ‘Languidi baci, perfide carezze’ (1976), ‘Chi dice donna dice donna’, film diviso in cinque episodi di Tonino Cervi. L’artista romano passò dalla commedia, al ruolo impegnato, dal dramma erotico al film grottesco, quindi partecipò a film di Bolognini, Monicelli, Petri e Magni.  Recitò in alcune pellicole dirette da registi di prestigio come Lumet, Altman e Ted Kotcheff, ma la grande consacrazione cinematografica arrivò nel 1976 con il cult ‘Febbre da cavallo’ di Stefano Vanzina in arte Steno, nel quale Proietti vestiva i panni dello sfortunato scommettitore Bruno Fioretti, detto Mandrake. Nel cast insieme a lui anche Enrico Montesano.

La pellicola narra di un gruppo improbabile di amici col vizio delle scommesse ippiche: “Er Pomata”, alias Armando Pellicci, disoccupato, Felice Roversi, guardamacchine abusivo, e Bruno Fioretti, detto “Mandrake”. I tre per poter “incassare” i soldi per scommettere ai cavalli escogitano truffe geniali al limite dell’assurdo, che Fioretti definisce “mandrakate”, un termine entrato nell’uso comune per indicare una “trovata ingegnosa che permette di risolvere una situazione difficile”, una “furbata” e un “imbroglio”.  Alla radio riscosse un notevole successo nella trasmissione ‘Gran varietà’, dove partecipò durante le stagioni 1973-1974 interpretando il personaggio di Avogadro il ladro (insieme con il suo complice Cicerone progetta furti che non vanno mai in porto) e in quella del 1975-1976, dove è un irresistibile conquistatore che a parole (e con tre ipotesi) è infallibile, e alla prova dei fatti accumula continui disastri, ma non si abbatte mai, come canta inesorabile accompagnandosi alla chitarra alla fine dei suoi sketch. Personaggio tra i più azzeccati della sua carriera, lanciò un tormentone di successo (‘Invidiosi!’) destinato a rimanere nel ricordo.

Lo sketch della “telefonata” Due anni dopo, nel 1978, prese insieme a Sandro Merli la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori che segnerà l’esordio di tanti futuri volti del mondo dello spettacolo, tra cui Flavio Insinna, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano e Gabriele Cirilli. In quegli anni iniziò anche a cimentarsi con successo nel campo del doppiaggio e nel 1976 prestò la voce in ‘Rocky’ all’esordiente Sylvester Stallone.    Il successo riscosso negli anni al cinema, in teatro e in tv raggiunge l’apoteosi nel 1996 con la serie televisiva ‘Il maresciallo Rocca’. La serie conquista subito i favori del pubblico fino a superare i dieci milioni di telespettatori a sera. Nel 2002 il ritorno al cinema con il sequel ‘Febbre da cavallo – La mandrakata’, diretto dal figlio di Steno, Carlo Vanzina.  Nel 2019 gli fu conferito il titolo di Distinguished Professor, Professore Emerito Honoris Causa, durante una cerimonia all’Università Tor Vergata di Roma, per essere stato “una delle personalità della scena italiana che ha accompagnato almeno tre generazioni di spettatori attraversando e caratterizzando con le sue performance cinquant’anni della storia artistica e sociale dell’Italia”. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/accadde-oggi-un-anno-senza-gigi-proietti-indimenticabile-mattatore-cinema-teatro-tv-fca133a9-f4b4-46c5-a4eb-a5d9890b53a3.html



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di Redazione
telecaprinews.it
2021-11-02 09:29:12 ,

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