Vanessa Ballan, i funerali a Castelfranco Veneto. Una bara bianca per la 26enne vittima di femminicidio

Vanessa Ballan, i funerali a Castelfranco Veneto. Una bara bianca per la 26enne vittima di femminicidio

Vanessa Ballan, i funerali a Castelfranco Veneto. Una bara bianca per la 26enne vittima di femminicidio



CASTELFRANCO VENETO – Sono iniziati nel duomo di Castelfranco Veneto i funerali di Vanessa Ballan, la 27enne uccisa il 19 dcembre da Bujar Fandaj, 41enne kosovaro.

Tante le persone arrivate sul sagrato della chiesa dove la bara bianca si è fermata qualche minuto a ricevere l’omaggio di amici e parenti che indossano un fiocco rosso, simbolo della lotta contro la violenza di genere, sui baveri delle giacche.

L’ultimo saluto del fratello

Il fratello Nicola la ricorda in un discorso durante le celebrazioni al duomo. “Sono diversi i momenti divertenti che ricordo insieme. Un episodio in particolare, e lo ricorderanno bene anche mamma e papà, è stato quando nel tagliare la carta con le forbici arrivasti al mio povero indice. Ancora oggi porto il tuo segno. Crescendo, hai praticato qualche sport, tra cui la pallavolo, ed eri solita dopo la scuola, finiti i compiti, guardare qualche programma in Tv. Insomma, eri una ragazza normale, ma senza farti mancare le risate con gli amici durante le merende pomeridiane”.

Poi il racconto dell’incontro con il fidanzato, anche lui Nicola: “11 anni fa è iniziata la vostra relazione e storia d’amore. È arrivato il punto nella tua vita in cui tutto è cambiato, tu sei cambiata. Tutti ti abbiamo visto crescere in fretta tanto che, da un giorno all’altro, sei passata da essere adolescente a diventare mamma. Ricordo quando ho saputo della tua gravidanza, ero in ferie precisamente in spiaggia; so che mi sono bloccato per due ore, incredulo, stupito e allo stesso tempo gioioso.

Da lì in poi ti sei messa in gioco tantissimo per essere la mamma che tutti abbiamo conosciuto, la compagna di Nicola, la lavoratrice affidabile. Insomma, una vita a tempo pieno con tutte le piccole grandi responsabilità, scegliendo la convivenza con un bambino piccolo. Impegnandoti ad essere sempre una mamma premurosa, presente, dolce e amorevole per il tuo adorato Mattia, il tuo Mimì, così lo chiamavi”.

Ai presenti, chiede di ricordarla come una donna solare e gioiosa. “Trasmettevi a tutti sempre serenità e gioia di vivere in qualunque situazione ti trovavi, che fosse al lavoro o in famiglia. Vivevi col sorriso sul viso e la tua risata caratteristica e contagiosa si distingueva tra tante”.

“Vorrei che Vanessa fosse molto di più per noi di quello che è stato scritto e detto – ha aggiunto – mi piacerebbe che quello che è successo ci facesse aprire veramente gli occhi su quello che ogni giorno ci accade intorno. Siamo concentrati solo su noi stessi e al massimo ad accorgerci per sbaglio solo di chi abbiamo vicino dimenticando spesso la fraternità che ci lega. Dovremmo imparare di più ad aprirci agli altri, ad essere accorti, vicini cercando di comprendere di più i cuori e non girarci dall’altra parte solo perché abbiamo tante cose da fare. Indossiamo gli occhiali sbagliati, dovremmo buttarli via e mettere quelli dell’amore. Una parola in più può fare la differenza, la vicinanza può guarire. Un gesto può cambiare e salvare l’esistenza di qualcuno. Sei e sarai sempre nei nostri cuori”.

L’omelia del vescovo

“È troppo grande quanto è accaduto, è troppo al di fuori di ogni pur pessimistica previsione” ha detto il vescovo di Treviso Michele Tomasi nell’omelia. “Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa – ha aggiunto – e della creatura che lei portava in grembo”.

Per il prelato “non c’è un senso nella sua brutale uccisione. Questa è il male. E con il male non possiamo, non abbiamo il diritto di venire a patti”.

Monsignor Tomasi ha chiesto “il silenzio dai clamori e dalle curiosità. Silenzio della memoria e delle emozioni più negative. Silenzio della preghiera che invoca la consolazione delle vittime e la conversione dei violenti. Non certo il silenzio della ricerca della giustizia – ha puntualizzato – e nemmeno il silenzio nell’impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni”

Oggi in tutto il Veneto è stato proclamato il lutto, con bandiere a mezz’asta.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-12-29 16:14:09 ,www.repubblica.it

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