vota sì al 2 per mille, ma non può riscuoterlo «perché non è iscritto al registro dei partiti»- Corriere.it

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di Claudio Bozza

Il Movimento aveva votato «sì» a infrangere lo storico tabù dei soldi pubblici alla politica. Ma dopo il via libera online è arrivato lo stop della commissione del Parlamento

Il Movimento Cinque stelle, le cui casse versano in profondo rosso specie a causa dei mancati versamenti da parte dei propri parlamentari, commette un altro scivolone, l’ennesimo. Lo scorso 30 novembre, quasi il 72% della base aveva detto sì ad incassare il 2 per mille dallo Stato. Un risultato non scontato, quello della votazione online, perché andava a infrangere il tabù chiave dei grillini: il «no» ai soldi pubblici per la politica.
Ma quest’ultima, per far funzionare una macchina di un partito, ha bisogno di soldi, spesso molti. E davanti alla forte morosità dei parlamentari, per provare a rimettere i conti sui binari giusti, il neo leader Giuseppe Conte aveva individuato nel 2 per mille una importante fonte di finanziamento
. Al Pd, lo scorso anno, da questa voce erano arrivati quasi 7,5 milioni di euro; 2,3 alla Lega e 2,2 milioni a Fratelli d’Italia. Ma il Movimento, dopo la sofferta svolta, rimane ora gelato: «Nel 2022 non potranno ricevere i fondi del 2 per mille perché non iscritto al registro dei partiti», sentenzia l’apposita commissione.

Una vera beffa. La deliberazione 8/Ben, datata 23 dicembre 2021, della Commissione di garanzia degli Statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici, tra le numerose richieste respinte ha bocciato pure quella del Movimento. Nelle motivazioni viene spiegato che, in base all’articolo 4 del decreto legge n.149 del 28 dicembre 2013, la norma che contiene le disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti, conditio sine qua non per l’accesso alla misura, lo Statuto presentato non risulta «conforme» alle previsioni di legge. Perché, come rileva anche Il Fatto quotidiano il 30 novembre scorso era proprio la «data entro la quale era necessario essere già iscritti al registro dei partiti», condizione imprescindibile per ottenere il via libera della Commissione di garanzia degli Statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici, che appunto ha come riferimento normativo il decreto legge 149 del 28 dicembre 2013.

Uno scivolone che innesca subito una bufera tra le varie anime del Movimento: «Fatemi capire, tutto di corsa a votare sul 2×1000 e poi si scopre che il nuovo statuto non era adeguato per la richiesta? Si chiude in bellezza questo 2021», attacca il deputato M5S e presidente della commissione Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli, fedelissimo del ministro Luigi Di Maio. «In realtà non è mai successo che la Commissione di garanzia abbia approvato uno Statuto così come presentato, forse una volta sola, e parliamo di statuti di solito impostati sulla forma-partito tradizionale, in linea con una legge di riferimento — ribatte il deputato e vice presidente del M5S, Michele Gubitosa —. Per intenderci, anche Pd, Fratelli d’Italia e Lega hanno dovuto interloquire, modificare e sono andati al Tar per difendere i loro statuti». Fatto sta che, scontri interni a parte, i Cinque stelle molto probabilmente senza un euro proveniente dal 2 per mille.

31 dicembre 2021 (modifica il 31 dicembre 2021 | 16:14)



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Claudio Bozza , 2021-12-31 13:06:13
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