X-Men, Chris Claremont ci racconta il passato, il presente e il futuro tra cinema e fumetti

X-Men, Chris Claremont ci racconta il passato, il presente e il futuro tra cinema e fumetti

X-Men, Chris Claremont ci racconta il passato, il presente e il futuro tra cinema e fumetti


Molti suoi colleghi non nascondono rabbia o amarezza: i film Marvel incassano centinaia di milioni di dollari, ispirandosi a celebri saghe a fumetti. Ma gli sceneggiatori di quei comic book non ottengono alcun riconoscimento. Cosa ne pensa?

Ci sono dei film degli X-Men che sono degli adattamenti diretti di storie che ho scritto. Mi avrebbe fatto molto piacere vedere il mio nome, o quello di Dave Cockrum, o di John Byrne, riconosciuti nei credit dei film. In tutta onestà, quando sono andato alla premiere della serie tv di Legione, e all’inizio ho visto scritto in grande, “Diretto da… Prodotto da… e infine Creato da: Chris Claremont e Bill Sienkiewicz”, ecco, in quel momento sono saltato sulla sedia. È stato sconvolgente. Purtroppo non è mai capitato con i film. Certo, le sceneggiature cinematografiche prendono ispirazione da molte fonti diverse. Mescolano storie scritte da autori differenti. Quindi, dal punto di vista dei produttori, è più complicato attribuire una paternità diretta.

Gli X-Men sono stati dei pionieri nel campo dell’inclusione – anche grazie ai personaggi che lei ha introdotto nel team. Cosa ne pensa della rappresentazione della diversità nei fumetti contemporanei?

Ogni scrittore ha il proprio approccio. Trovo molto divertente il fatto che la relazione tra il mutante Northstar e un altro uomo sia stata sbandierata come esempio di rappresentazione gay nei fumetti, mentre Mystique e Destiny erano in circolazione nei fumetti da quasi 40 anni. La differenza principale è che, ai miei tempi, non avevamo annunciato la loro relazione. Era semplicemente lì. Come nella vita reale, è quel che è. Non gridiamo a voce alta: ehi, questo personaggio è verde, quest’altro è rosa. Semplicemente ci sono, il resto capitelo da soli”.

I suoi X-Men venivano da tutto il mondo: Storm dall’Africa, Nightcrawler dalla Germania, Colosso dall’allora Unione Sovietica, Wolverine dal Canada. Una scelta a tavolino?

“Ho sempre pensato che ci sia un enorme potenziale nel catturare elementi dalle culture dell’Africa, dell’Asia, dell’Europa. Una volta ho portato i supereroi in India e mi sono dovuto inventare tutto un cast di personaggi locali. Persino in Italia, la differenza tra il Nord e il Sud, tra Milano e la Sicilia, può essere una fonte di contrasti sorprendenti per i lettori. Se si guarda al mondo intero, c’è moltissimo spazio per scrivere storie, origini e personaggi interessanti. Quindi dalla mia prospettiva ho sempre pensato: bene, se volete focalizzarvi solo sugli Stati Uniti, servitevi pure. Io mi prendo gli altri continenti.”



Leggi tutto su www.wired.it
di Andrea Curiat www.wired.it 2023-12-03 05:40:00 ,

Previous la storia di una giovane mamma a Fanpage.it

Leave Your Comment