Yellen: Uniti contro la politica industriale cinese

Yellen: Uniti contro la politica industriale cinese



Janet Yellen ha sostenuto con decisione, ieri a Francoforte, l’urgenza di una risposta congiunta di Stati Uniti ed Europa alla sovraccapacità industriale della Cina. «Dobbiamo rispondere alle politiche industriali della Cina in modo strategico e unito per sostenere le imprese americane e quelle europee», ha detto il segretario al Tesoro americano.

Per Yellen l’eccesso di capacità industriale della Cina minaccia lo sviluppo industriale a livello globale, in particolare nei settori più avanzati delle energie pulite: «La politica industriale della Cina può sembrare lontana mentre siamo seduti qui in questa stanza, ma – ha affermato – se non rispondiamo strategicamente e in modo unito, la sopravvivenza delle imprese sia nei nostri Paesi che nel mondo potrebbe essere a rischio».

La settimana scorsa, l’amministrazione Biden ha annunciato nuovi dazi su diversi prodotti cinesi: veicoli elettrici, pannelli solari, semiconduttori, componenti per batterie, acciaio e altri componenti strategici. In aprile, nel corso di una missione a Guangzhou, la stessa Yellen aveva preannunciato misure per impedire ai prodotti cinesi a basso costo di inondare i mercati globali. «Vogliamo proteggere i lavoratori e le nostre imprese di fronte alla concorrenza sleale cinese», ha detto Yellen dall’incubatore TechQuartier di Francoforte.

Washington ha fatto sapere che la sovraccapacità industriale cinese sarà al centro del G7 finanziario, nei prossimi giorni a Stresa. «Condividiamo alcune delle preoccupazioni degli Usa ma abbiamo un approccio diverso, più mirato», ha detto ieri la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «Non siamo in guerra commerciale con la Cina. Occorre distinguere – ha aggiunto – tra il decoupling, fatto con la Russia, e la strategia di de-risking». Yellen ha comunque chiarito che agli altri Paesi del G7 non verrà chiesto di introdurre gli stessi dazi statunitensi: «Tutto quello che sto suggerendo – ha spiegato – è che, dato che molti Paesi condividono questa preoccupazione, ci si accordi per lavorare assieme, uniti, e avere così più forza con la Cina».

Anche nei confronti della Russia di Vladimir Putin, gli Usa chiedono maggiore collaborazione all’Europa e alle banche europee. «La Russia è alla disperata ricerca di beni essenziali da economie avanzate come Germania e Stati Uniti, dobbiamo rimanere vigili per impedire che il Cremlino riesca a rifornire la sua base industriale per la difesa e possa accedere ai nostri sistemi finanziari per farlo», ha detto Yellen in un incontro con i banchieri tedeschi, esortando le banche tedesche a intensificare gli sforzi per rispettare le sanzioni contro la Russia evitando ogni tentativo di aggirarle. Con un avvertimento insolitamente diretto, Yellen ha detto ai dirigenti tedeschi di vigilare sull’attività delle filiali estere: due settimane fa il Tesoro americano aveva fatto pressioni sulla Raiffeisen Bank International, convincendo la banca austriaca, la più grande banca occidentale in Russia, a ritirarsi da un accordo che coinvolgeva anche il magnate russo Oleg Deripaska.



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