C’è chi fa tour d’saluto lunghi anni, come Elton John: vedetemi ora o mai più (anche se in passato molti artisti e band sono poi tornati lo stesso sul palco…). Poi c’è la versione live del featuring: concerti-festival ricchi di ospiti che accompagnano l’artista principale, annunciati poco per volta, per aumentare l’attesa e le vendite. Emis Killa, lo scorso 2 settembre, ha suonato con 16 colleghi alla Fiera di Milano: è solo l’ultimo in ordine di tempo, ma il modello è in atto da tempo e non accenna a diminuire, anzi.
E poi c’è la gara allo spettacolo multimediale: i tour di maggior successo degli ultimi anni, Taylor Swift e Coldplay, sono ormai dei grandi videoclip dal vivo. È il punto di arrivo di un modello che integra il live classico con forme derivate dalla televisione e dal musical, iniziato decenni fa, con gli show di band come Pink Floyd e U2, di star come Madonna.
Ma se già nel ’97 Gli Oasis avevano piazzato una Rolls Royce sul palco, oggi la tecnologia oggi rende possibile ogni sorta di effetto speciale, dai braccialetti luminosi sincronizzati di Coldplay e Taylor Swift ai visual: spesso passiamo più tempo a vedere il concerto sui megaschermo che non direttamente il palco.
Megaschermi e immagini sono sempre più presenti, anche in concerti più piccoli o di band/artisti che teoricamente puntano più sulla musica solo suonata: per esempio l’ultimo tour dei Pearl Jam ha visto la band per la prima volta usare uno sfondo con video originali a tema dell’ultimo album “Dark matter”.
L’impatto dei social
Ai concerti non passiamo solo tempo a guardare i megaschermi, ma anche gli schermi più piccoli dei nostri smartphone, riprendendo, scattando e condividendo. Chi non ha visto almeno un video di Cruel summer o di qualche altro frammento dello show di Taylor Swift su Instagram o Tik Tok?
I social media sono lo strumento principale per il racconto e il marketing: servono per aumentare la percezione del valore dell’evento. Con qualche paradosso: uno dei più grandi festival del mondo, il Coachella, è stato criticato negli ultimi anni per essere diventato più un luogo dove si va per fare contenuti per i social che per ascoltare musica.
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di Gianni Sibilla www.wired.it 2024-09-11 04:20:00 ,